Il Sole 24 ore, nella sua edizione del 16 maggio, pone l'attenzione sugli effetti del Decreto Rilancio con particolare riferimento a Imu, Tari e Tosap. Non ci sarà moratoria generalizzata, probabilmente per evitare di mettere ulteriore pressione economica sui sindaci. Gli amministratori, però, avranno la possibilità di intraprendere la strada che riterranno su più opportune sulla base di quelli che sono i margini delle proprie amministrazioni. Pesano, però, interrogativi sulle coperture.

Prima rata Imu in scadenza il 16 giugno

La prima rata Imu è in scadenza per il prossimo 16 giugno.

Si stima che l'imposta possa avere un gettito di 10 miliardi e che a essere esonerati saranno unicamente hotel e strutture operanti in ambito turistico, solo qualora ci sia precisa corrispondenza tra proprietario e gestore. Questo dovrebbe tradursi in un risparmio di 203 milioni di euro. La norma contenuta all'interno del Decreto Rilancio conferisce a ciascun amministratore la possibilità di dare una proroga. Il provvedimento può essere disposto attraverso una delibera che però necessiterebbe di approvazione in Consiglio Comunale o, compatibilmente con il regolamento, basterebbe la disposizione della Giunta che deve comunque rivolgersi al Consiglio qualora voglia disporre anche sospensione di interessi e sanzioni.

Tari e Tosap: alcuni punti sembrano da rivedere

Il Sole 24 ore pone la propria lente di ingrandimento anche sull'imposta per l'occupazione del suolo pubblico per le attività commerciali. In particolare la bozza del Decreto Rilancio (ancora non è in Gazzetta Ufficiale) determina l'esonero da pagamento fino al 31 ottobre 2020.

L'articolo, firmato da Pasquale Mirto e Gianni Trovati, segnala, che manca una data di inizio dello sgravio. Senza una precisazione si corre il rischio di richieste di rimborsi per le cifre versate a partire dall'1 gennaio 2020, creando una serie di contenziosi. Riguardo alla tassa dei rifiuti, la Tari, Arera ,l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, aveva chiesto 400 milioni per aiutare le attività commerciali colpite dalla chiusura legate all'emergenza finanziaria.

Al momento l'autorità che regola il metodo tariffario avrebbe chiesto agevolazioni verso chi ha chiuso per imposizione normativa dei Dpcm, così come per chi ha abbassato la saracinesca per scelta. Nel primo caso toccherebbe ai comuni individuare il periodo utile a calcolare lo sgravio, nel secondo caso potrebbe occorrere affidarsi ad eventuali autocertificazioni. Tuttavia Il Sole 24 ore segnala la criticità: "Senza fondi aggiuntivi gli sconti rischiano di aumentare le bollette degli altri utenti". Non resta che attendere per capire in che modo il governo si muoverà.