Stati Uniti d'America contro Cina. Cina contro Stati Uniti d'America. Questo è quello che sta succedendo sempre più spesso a livello commerciale nel settore delle nuove tecnologie. Conosciamo bene il modo di agire, spesso controcorrente, delle alte autorità cinesi, e anche questa volta tramite una rete televisiva di Stato non hanno risparmiato l'ennesimo attacco verso un'azienda multinazionale occidentale. In passato e non molto tempo fa era già toccato a Microsoft essere oggetto di ostilità da parte del governo cinese, ma ancor più di recente a farne le spese è stata la tanto illustre Apple.

Durante una trasmissione televisiva, è stato affermato con certezza che il prodotto di punta dell'azienda con sede in California a Cupertino, ovvero il famosissimo iPhone, è letteralmente una minaccia per la sicurezza nazionale. Questa affermazione pone le basi sul fatto che l'iPhone, sfruttando le triangolazioni di reti wi-fi e la localizzazione GPS, è in grado di rilevare i luoghi più frequentati dal proprio possessore, permettendo così secondo loro, ad eventuali spie straniere (magari americane) di intercettare luoghi di interesse e abitazioni di politici e funzionari cinesi che possiedono tale dispositivo.

Ovviamente l'obiettivo più a breve distanza che potevano porsi le autorità cinesi con questa propaganda a discapito della Apple è andato a buon fine, ovvero quello di provocare un immediato danno d'immagine all'interno dei confini nazionali.

A questo punto Apple ha ritenuto opportuno e doveroso rilasciare una dichiarazione ufficiale per rispondere a dette accuse, affermando che quella funzione presa di mira dai cinesi, viene attivata solo con il consenso del possessore dell'iPhone, permettendo così servizi migliori come quelle legate alle previsioni meteo e allo stato del traffico.

Inoltre Apple ha tenuto a rimarcare il fatto che in tutti i suoi servizi offerti, l'attenzione che pone alla sicurezza e alla privacy dei propri utenti è massima.

Fino ad ora le vendite di iPhone in Cina sono andate a gonfie vele. Chissà se ci sarà una flessione delle stesse dovuta a questa ennesima controversia.