E' tanto "drammatica" quanto curiosa ed importante la notizia giunta anche in Italia un paio di giorni fa, conseguentemente a quanto rivelato da Andrew Ellis in merito al futuro di Internet. Ebbene, è proprio del tema che concerne il futuro sostenibile delle "interconnected networks", "reti interconnesse" (Internet), che il professore di ingegneria della Aston University tratterà nel corso della sua conferenza stampa alla Royal Society. Convegno che dovrebbe tenersi nell'arco di qualche giorno al massimo.
Stando a quanto appreso dal docente universitario, mediante l'effettuazione di specifici test condotti presso l'ateneo in cui insegna, la rete telematica internazionale potrebbe subire un collasso entro i prossimi 15 anni, quindi da qui al 2030. Questo si deve al peso dei dati e dei video specialmente. Tuttavia, sempre secondo le ricerche portate avanti da Ellis e il suo staff, che si proiettano su un possibile scenario futuro stimabile intorno ai dieci anni rispetto all'attuale portata della fibra ottica, i primi problemi di banda sono previsti fin dal 2022, arrivando a otto anni dopo con una situazione difficoltosa, anzi pressoché ingestibile.
Anche la Cisco Systems, azienda leader nella fornitura di apparati di networking, ha previsto che il traffico dati aumenterà di 10 volte in 5 anni. Si accoda a questa previsione anche la Ericsson, una delle più grandi aziende svedesi fornitrice di sistemi di telecomunicazioni e servizi correlati, la quale aggiunge che sono i video, in primis quelli riprodotti su smartphone e tablet, a rappresentare la metà del suddetto traffico. E' tutt'altro che da non considerare, poi, il traffico che origina un colosso statunitense quale Netflix, società che mette a disposizione dei suoi utenti un servizio di noleggio di DVD e videogiochi via Internet e di un servizio di streaming online on demand. Società americana la quale, da sola, rappresenta ben il 35% del traffico dati negli USA e che in Australia, nonostante qui il suo lancio sia avvenuto da poco tempo, origina già il 25% di tutto il traffico Internet del Paese.
Mentre in Italia tarda ad arrivare, o meglio si appresta ad ampliare il suo campo di ricezione, facendo lentamente il suo ingresso dal 2013, nel continente asiatico il 4G risulta una tecnologia da superare. Ed infatti si pensa già al 5G, attesa come la vera e significativa "rivoluzione" nel settore delle telecomunicazioni. Inizialmente programmato per il 2022, il lancio sul mercato del 5G è stato anticipato al 2020, con Giappone e Corea del Sud che dovrebbero essere i primi ad usufruirne. In queste Nazioni, infatti, il traffico prodotto dagli smartphone fa il suo rapido aumento.
Ma le analisi del docente universitario Ellis si sono convogliate anche e soprattutto in materia di collegamenti in fibra ottica. Da 2 a 100 Mbps, di 50 volte in una decina danni: a tanto ammonta l'accrescimento della velocità media delle connessioni dal 2005 con l'ADSL ad oggi. E, per Ellis, qualora l'andazzo non cambiasse, la fibra ottica sarà impossibilita nel supportare così tanti dati e le conseguenze sfocerebbero in due punti: l'aumento dei costi per gli utenti oppure un limite nell'utilizzo di Internet, almeno per quel che riguarda i video e gli altri contenuti multimediali molto dispendiosi in termini di consumi di banda.
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