Qualche giorno fa il Pew Research Center, un'organizzazione che si occupa di sondaggi di opinione pubblica, ha rilasciato delle statistiche sul comportamento dei genitori riguardo i figli adolescenti che navigano in Internet.Questo sondaggio è stato intitolato "Genitori, teenager e controllo digitale" e riguarda il confronto tra genitori e figli riguardo il comportamento da tenere quando si naviga in rete.

In tutti i genitori intervistati, non c'è quasi mai il dialogo diretto con i propri figli,ma spesso c'è il cosiddetto ''controllo digitale'', ovvero spiare in assenza degli adolescenti, la cronologia browser, quella dei messaggi e delle telefonate.

Le statistiche

Tra tutti i genitori sottoposti all'indagine, risulta che il 94% di essi ha un computer, l'84% naviga in Internet, il 76% utilizza lo smartphone e il 72% risulta registrato su Facebook.Fin qui, niente di strano, siamo nell'era della globalizzazione e la Tecnologia è ormai alla portata di tutti, se non fosse che tra questi genitori, la stragrande maggioranza (61%) controlla la cronologia internet dei figli, il 60% controlla i loro profili sui social network e il 48% sbircia messaggi e telefonate sugli smartphone.

Infine, anche se pochi (solo il 39%), ci sono i genitori che utilizzano il ''controllo genitore'' sul computer, che permette l'oscurazione di siti pericolosi e il 39% lo usa anche sui telefoni.In sintesi, l'84% controlla i figli in uno dei modi appena citati, mentre il 16% di essi non fa letteralmente niente.Per quanto riguarda le punizioni, la limitazione dell'accesso alle tecnologie è quella più applicata: ben il 65% dei genitori vieta ai figli di utilizzare telefono e computer.

Internet non è intrattenimento, ma uno stato sociale

I ragazzi, soprattutto gli adolescenti, nel momento in cui i genitori gli privano il computer, si sentono privati della cosa più importante della loro vita in quanto non permette di restare connessi con gli amici.

Internet, quindi, non è da considerare una fonte di intrattenimento, ma semplicementeun mezzo per comunicare con altre persone: la cosa più triste per i ragazzi è proprio il non poter partecipare, ad esempio, ad una conversazione su Whatsapp, dovendo poi spiegare la motivazione della propria assenzaagli altri ragazzi.

Per spiegare il concetto iniziale, riguardo la comunicazione con i propri figli, si può affermare che solo il 56% instaura un dialogo con i piccoli, mentre per il restante, il dialogo è occasionale.Un ultima statistica riguarda il social più utilizzato, ovvero Facebook (72% per i ragazzi e 71% per i genitori) e il 44% di essi dichiara di avere i propri figli come amici per poterli controllare.

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