Whatsapp, al pari di molte altre applicazioni di messaggistica istantanea, sarebbesotto la lente d’ingrandimento del Governo che, alla luce dell’enorme traffico di informazioni maturato su queste piattaforme, starebbe valutando l’introduzione di una tassa mirata a servizi di questo tipo. Infatti, allo studio dell’Agenzia per le comunicazioni (Agcom) ci sarebbe un modo per introdurre oneri a carico di coloro che si occupano della fornitura dei suddetti programmi di chat: com’è ovvio che sia, nel caso in cui quest'iniziativa andasse a buon fine, potrebbe esserci il rischio di vedere tali costi riversati su chi utilizzaabitualmente WhatsApp e simili (attualmente gratuiti).

In buona sostanza, Agcomvorrebbe fare in modo chelesocietà paghino gli operatori telefonici in virtù delle reti sulle quali fanno affidamento. Questi, almeno, sono i dettagli emersi dall’indagine “Servizi di comunicazione elettronica”, condotta da Antonio Preto.

WhatsApp resterà gratuito?

Per ora, la Polizia di Stato sembra smentire l’Agcom ed ha reso noto, per mezzo del proprio account Facebook “Una vita da social” che si tratterebbe esclusivamente di una normalissimaindagine, senza alcuna conseguenza tangibile per le chat come WhatsApp. Secondo tale fonte, lo scopo del garante nelle comunicazioni resta sì quello di portare avanti un’attività di studio ed analisi in merito a determinate situazioni, ma anche quello di promuovere la ricerca nel settore dei media.

Il tutto è finalizzato a stimolare l’innovazione tecnologica, ponendo in essere dibattiti su argomenti di stretta attualità. Resta un fatto: durante il 2015, le società di telecomunicazioni hanno erogato circa 32 miliardi di sms: questo dato risulta essere in netto calo rispetto ai 90 miliardi del 2011, il tutto per effetto delle applicazioni come WhatsApp, Telegram, Facebook Messenger e via dicendo.

Il classico messaggino, vera rivoluzione di un tempo, è ormai considerato obsoleto, alla luce delle possibilità odierne. Qual è il vostro parere a riguardo? Sussistono motivi per i quali dovremmo preoccuparci?