Il 31agosto molte migliaia di utentidel popolare gioco clash of clans hanno scoperto di non poter più accedere ai server, in quanto bannati perennemente.La reazione del popolo di Clash è stata subito molto forte, con un numero incredibile di richieste di riammissione o di verifica della correttezza della decisione unilaterale della Supercell di effettuare i ban.Un disagio e una reazione che ha coltodi sorpresa la stessa software house, che sul sito ufficiale del gioco in data 01/09/16 ha annunciatol'annullamentodel previsto ClashCon. Seconda edizione del raduno mondiale degli utenti, dopo il gran successo di quella tenutasi ad Helsinki lo scorso 24 ottobre 2015.

La motivazione addotta da Supercell è semplice: account perennemente bannati in seguito ad uso di software di terze parti, che tradotto vuol dire non di produzione Supercell, software volti a migliorare l'esperienza di gioco o a facilitarla in qualche modo.Va detto per i non addetti ai lavori che Clash of Clans è un gioco onlinei cui salvataggi avvengono solamente sui server e quindi non dovrebbero esserepossibili imbrogli che facciano avere risorse non guadagnate nel gioco, nè l'ottenimento di gemme in modo illecito.

Proprio le gemme usate nel gioco sono un po' la peculiarità di questo tipo di giochi, in quanto sono difficilissime da guadagnare giocando e allo stesso tempo indispensabili per arrivare ai livelli più alti.

Sfruttando queste caratteristiche le software house offrono la possibilità di acquisto delle gemme stesse tramite denaro e con queste portare i personaggi al livello massimo anche in un solo giorno. Tutto questo determina, dato l'immenso numero di giocatori nel mondo, un movimento di denaro altrettanto immenso e forse, spiega anche la decisione di Supercell di intervenire in modo così drastico nei confronti di chi usava in parallelo a CoC altri software, che vengono chiamati Mod.Dopo 15 giorni le polemiche non si attenuano.

Nei primi giorni le richieste di spiegazioni e approfondimento dei singoli casi sono state un numero incredibile, tanto da intasare le poche linee di comunicazione tra utenti e Supercell.

Una gatta dura da pelare per Supercell sono anche le variepetizioni con richieste di rimborso per i soldi spesi in acquisti di gemme per velocizzare un gioco a cui ora non possono più partecipare, tanto che si è immediatamente provveduto a cambiare quanto si deve sottoscrivere quando si scarica il gioco sul proprio dispositivo, cosi dopo l’annuncio dell’annullamento del ClashCon 2016 a Los Angeles, abbiamo scoperto sempre sul sito ufficiale che l’azienda il primo di settembre ha anche modificato e aggiornato la propria Ban Policy.

Tra le cose più importanti sono state aggiunte clausole circa il rifiuto da parte dell’azienda di accettare eventuali richieste di rimborso ed l’introduzione del ban su sospetto. Ciò significa che Supercell non solo bannerà su prova certa i giocatori, ma potrà semplicemente sospettare di un utente e far chiudere l’account senza tener conto di eventuali prove concrete.Una situazione globalmente spinosa, che forse poteva essere gestita diversamente, forse tenendo in maggior conto il forte coinvolgimento psicologico degli utenti di questi game che porta reazioni esagerate al fatto di essere stati estromessi da un gioco.Tutto molto interessante ed in evoluzione che merita sicuramente di essere seguito per capire quali potranno essere gli sviluppi futuri sui due fronti.