Tanto per usare un'espressione inglese, con la frase 'plastic surgery disaster' si definiscono tutte le persone che, loro malgrado, dopo un intervento di Chirurgia estetica si ritrovano con il viso o il corpo deturpato. In tre semplici parole viene riassunto lo stato d'animo di quei soggetti, cioè la terribile delusione provata al momento di scoprire gli esiti disastrosi di quegli interventi: il seno rifatto, gli zigomi ritoccati o il naso nuovo di zecca, per esempio, che sembravano inseriti a casaccio. Da oggi, invece, grazie alla realtà virtuale sarà sempre meno frequente il pericolo di incorrere in simili 'incidenti'.

La realtà virtuale in aiuto dei pazienti

Purtroppo, nonostante la volontà di eliminare o 'smussare' i difetti che madre natura a volte ci regala gli esiti finali degli interventi di chirurgia estetica su tali imperfezioni (vere o presunte) cozzano spesso con un gran numero di problematiche imprevedibili: per esempio, ogni naso nasce su una tipologia facciale e, visto che durante l'intervento il paziente sotto anestesia non può essere interpellato, le scelte precedentemente operate al momento del ricovero non possono essere discusse, approfondite o cambiate. Oggi invece si possono limitare parecchio questi inconvenienti, e le conseguenti delusioni: prende sempre più piede, infatti, l'aiuto delle realtà virtuale applicata alla chirurgia estetica.

Una sorta di ausilio hi-tech in grado di simulare perfettamente gli esiti finali di ogni intervento - che si tratti di una protesi, una tiratina alle rughe odel rifacimento del naso - che mostra l'aspetto definitivo del paziente.

Nuove tecniche virtuali applicate alla chirurgia estetica

Secondo il vice presidente dell'Aicpe (associazione Chirurgia Plastica Estetica) sono in aumento le persone che chiedono certezza e sicurezza: prima di decidere, infatti, vogliono poter vedere il risultato finale dell'intervento con l'aiuto della realtà virtuale, su schermi 3D o con il sistema degli occhialini e visori.

Le nuove tecniche, piuttosto in auge negli Stati Uniti, ora arrivano in Italia: la volontà di apparire 'perfetti' (e non importa se si perdono le fattezze umane) oltre che eternamente giovani, anche da noi è diventata una vera e propria dipendenza.