L’Italia vuole contribuire a dare uno stop alla minaccia dei virus di tipo ‘ransomware’ e si unisce ad una speciale squadra composta da altri dodici paesi a livello globale.

I ransomware

Si tratta di un tipo di malware che una volta installato e attivatosi sul computer, l’ignaro utente non potrà più accedere ai propri dati presenti sul pc stesso. Viene così posta una pesante limitazione e richiesto un riscatto (da ransom in inglese), pagato il quale, il pc verrà sbloccato.

Nel solo 2013 una notissima software-house produttrice di antivirus, ha stabilito che ne esistevano già ben oltre 250.000 tipi diversi.

Il primo malware conosciuto, di questo tipo, fu un trojan, denominato 'AIDS' o anche come 'Pc Cyborg', compilato nel 1989 da un biologo di nome Joseph Popp.

Questo software comunicava all'utente che una qualche licenza di un software presente sul pc infettato era scaduta ed era necessario pagare una somma di 189 dollari alla 'pc Cyborg Corporation' per riavere il controllo del sistema operativo. Popp fu arrestato e dichiarato incapace di intendere e volere e promise che tutti i proventi delle sue operazioni cyber-criminali sarebbero stati devoluti a favore della ricerca sull'Aids.

La Task force

Tre mesi dopo il lancio del progetto ‘No more ranson’ (Basta riscatto), partito a luglio dalle FFOO olandesi viene creata questa ‘Task Force’ di lavoro composta da europol, Intel Security e Kaspersky Lab creando una sinergia di lavoro tra forze dell’ordine e settore privato del tutto nuova.

Nei primi due mesi di lavoro e cooperazione, le stime parlano chiaro; sono già oltre 2500 le vittime di questi software malevoli liberate, privando gli hacker di guadagni illeciti stimati attorno agli 1,35 miliardi di euro.

Cercando sui motori di ricerca la chiave ‘no more ransom’ si potrà trovare un portale ricco di informazioni in merito a queste operazioni.

I paesi che fanno parte di questa coalizione oltre all’Italia sono la Bosnia ed Erzegovina, la Bulgaria, la Colombia, la Francia, l’Ungheria, l’Irlanda, la Lettonia, la Lituania, il Portogallo, la Spagna, la Svizzera e la Gran Bretagna.