Mark Zuckerberg colpisce ancora e stavolta non si tratta solo di marketing.

Dopo una serie di suicidi avvenuti in diretta streaming su Facebook (uno fra tanti, quello dell'attore Frederick Jay Bowdy), il CEO del colosso mondiale dei social ha dichiarato a Buzzfeed: "E' dura dirigere questa compagnia e ammettere che non abbiamo potuto fare nulla perché nessuno lo ha segnalato. Per questo vogliamo creare una Tecnologia che permetta ad amici e familiari di dare una mano in questi casi."

Oggi, Facebook introduce parte di quella tecnologia, sperimentando un algoritmo mai visto finora, in grado di individuare i post che contengano pensieri suicidi o che possano indicare che l'utente sia intenzionato a farsi del male.

Qualora il robot scoprisse messaggi, commenti o post di questo genere, il caso passerebbe al vaglio degli esseri umani. Infatti, un team di esperti valuterà di volta in volte se l'utente è in pericolo o se si tratta semplicemente di un falso allarme. La terza fase consiste nel contattare l'utente a rischio con una schermata sulla home che indicherà le varie opzioni disponibili, tra le quali contattare una linea di prevenzione suicidi o, talvolta, uno o più amici.L'algoritmo allerterà i membri del team di esperti solo quando strettamente necessario, quindi in casi di estrema urgenza.

La novità ha suscitato reazioni contrastanti. Stiamo parlando di una tecnologia umanamente utile, che permette di sostenere ed aiutare la vita al di là di uno schermo.

Facebook fa parte delle nostre esistenze, è la prima applicazione che consultiamo al mattino e l'ultima cosa che vediamo la sera prima di andare a dormire. Conferire al social network un impegno più alto non può che andare a vantaggio di chiunque abbia realmente bisogno di una mano. Le preoccupazioni sorgono spontaneamente, però, trattandosi di un algoritmo che indaga a fondo nel nostro account.

La tanto amata privacy diventa un concetto sempre più mutevole e, talvolta, labile. Ma Zuckerberg, in una lettera del 16 Febbraio non fa passi indietro, dichiarando che questa tecnologia è "una delle nostre più grandi occasioni per tenere le persone al sicuro, capendo velocemente cosa stia succedendo attraverso l'uso della nostra community".