Silicon Valley, Stati Uniti d'America, terra di novità, di scoperte, di robot che producono insalate che fanno tremare tutti gli aiuto cucina del globo. Ma è davvero così? La figura dell'aiuto cucina, del kitchen porter come viene chiamato in Inghilterra, è davvero destinata a scomparire?
Il pomodoro ineffabile
Tutto è cominciato tre anni fa, quando è stata fondata la Chowbotics, a San Diego; azienda con la mission di rendere "il mondo della cucina ancora più divertente, delegando ad un robot tutte le noiose operazioni di preparazione degli ingredienti".
Sally, questo il nome del robot dell'insalata-matic, ha le dimensioni di un piccolo frigo ed è composto da 21 cassetti per l'alloggio di altrettanti ingredienti, che combinati assieme, offrono la possibilità di poter scegliere tra un migliaio di possibili variazioni sul tema.
Piccolo problema: Sally non affetta. Questa operazione è ancora troppo complessa per il robot, quindi ogni cassetto deve essere costantemente rifornito di pomodori, cipolle da un intervento umano.
Inoltre dal punto di vista estetico, di presentazione della pietanza Sally, spiace dirlo, delude ancora. Le insalate che vengono fornite non assomigliano per niente alle immagini che appaiono sul display della macchina. Sally si limita, seppur con matematica precisione, a lasciar cadere gli ingredienti uno sopra l'altro, senza nessun riguardo alla disposizione degli elementi, cosa che in cucina è sempre più fondamentale, anche per i piatti più semplici.
Google’s original chef, Charlie Ayers (employee No. 56) is Chowbotics's executive chef and a salad specialist. Robot…https://t.co/KUPa1fb0mf
— Brian Schwagerl (@BrianSchwagerl) 4 aprile 2017
Quanto costa un'insalata
La macchina costa $ 30.000, che è più o meno il reddito annuo di un aiuto chef a Londra, ed è stata progetta da Deepak Sekar, il quale non ce l'avrebbe mai fatta a racimolare 6 milioni di dollari di fondi senza l'aiuto di Rich Page, uomo che ha lavorato per anni gomito a gomito con Steve Jobs alla Apple e Charlie Ayers, quello che potremmo chiamare come "lo chef di Google".
Quest'ultimo in particolare si è mostrato fini troppo sicuro nella potenzialità della macchina di rimpiazzare entro pochi anni l'operatore umano. Sempre Ayers ha dichiarato a Bloomberg: "Non mi sembra di fare uno smacco ai miei simili cercando di rimpiazzarli nel loro lavoro con dei robot. Al giorno d'oggi sta succedendo in ogni settore.
Potete combattere il fenomeno o essere nella squadra di chi l'ha reso possibile."
Una mano robotica
Viene spontaneo chiedersi quanto i robot si infiltreranno nelle nostre vite, lentamente sostituendosi a noi nelle operazioni più elementari, fino ad arrivare, forse, un giorno, a sostituirci anche nelle attività più complesse.