Ormai è chiaro, la realtà spesso arriva a superare l'immaginazione. Persino quella dei più visionari film di fantascienza, che certe volte influenzano e anticipano. Ma, come detto, questa volta è realtà. Un'azienda americana dello stato del Wisconsin (la Three Square Market, ha deciso di proporre ai suoi dipendenti l'impianto di un chip sottocutaneo grande come un chicco di riso, sistemato tra pollice e indice. Al momento 50 degli 85 totali hanno accettato con interesse la proposta. Non è la prima volta che succede in effetti, perché nel 2015 l'azienda svedese "Epicentric" aveva percorso la stessa strada raccogliendo anch'essa pareri positivi tra gli impiegati, ed inoltre si è parlato spesso di questa possibilità, ma sempre in via teorica.

L'operazione parte il primo agosto.

Le possibilità del "cyber impiegato"

Prima di lasciarci trascinare da "teorie del complotto", occorre specificare il fine di questa operazione. Con questo chip si potrà con un solo gesto della mano: entrare in ufficio senza il badge (sostituendo il cartellino), pagare bibite e snack al distributore, effettuare pagamenti ed usufruire di tutti i servizi tecnologici collegati all'ufficio, e non solo.

"L'impianto dei microchip è il futuro"

Con queste parole esordisce il CEO della startup fornitrice del chip Todd Westby. Ali sistema è basato sulla stessa tecnologia Rfid (radio frequency identificato) normalmente utilizzata in molti altri sistemi già operativi e che conosciamo bene.

Ma non finisce qui, perché la Three Square Market si è rivolta anche alla "BioHax", che mette a disposizione dei microchip del costo di 300 dollari l'uno abilitati al "near-field communications" (Nfc), così da funzionare come una carta di credito contactless (il sistema già presente in molti smartphone di ultima generazione).

Il problema etico

Ovviamente entra in campo la questione etica e della sicurezza. La fantasia corre subito verso l'idea di un grande fratello che controlla le nostre vite, partendo proprio dal luogo di lavoro, influenzando ogni aspetto della nostra esistenza. Ma se all'etica risponderanno i posteri e la legge, sul fronte della sicurezza ci sono delle certezze tecniche, perché - assicura Westby - il chip non ha Gps integrato, non produce radiazioni pericolose ed inoltre non è permanente, quindi può essere rimosso in qualunque momento come una scheggia, in pochi secondi. Ne abbiamo davvero bisogno? forse si, o forse no. Una cosa è certa, di molti oggetti non credevamo di aver bisogno, eppure...