In molti provano di continuo a competere con i grandi colossi del mondo social, lanciando nuove app che agli inizi sembrano riscuotere discreto successo, ma che poi di fatto dimostrano di non reggere affatto il confronto. Fugaci fuochi di paglia o meno, ora è la volta di Vero.

Polemiche su Twitter con l'hashtag deletevero

Già lanciato in rete nel 2015 dal libanese Ayman Hariri, figlio dell'ex primo ministro, dall'impresario cinematografico Motaz Nabulsi e dal capitalista Scott Birnbaum, il social network Vero sembra aver raggiunto la popolarità solamente negli ultimi giorni, registrando in un primo momento una quota pari ad un milione di download, di cui 600mila negli Usa, cifra cresciuta ulteriormente nelle ultime ore.

L’app è in vetta nelle classifiche tra le più scaricate, ma sembra non aver incontrato il favore di coloro che non dimenticano i trascorsi turbolenti di Ayman Hariri. Un’accusa importante, infatti, grava sulla testa del figlio di Rafik Hariri, che a luglio scorso fu costretto a chiudere la Saudi Oger, società di costruzioni di cui era proprietario, e ad affrontare le accuse di 31.000 dipendenti per sfruttamento e maltrattamenti. Su Twitter sta spopolando l’Hashtag #deletevero, che esorta a cancellare l’applicazione in segno di protesta.

Iscrizione gratuita soltanto per il primo milione: ecco perché

Il successo ottenuto dell’app risiede soprattutto nel principio, più volte ribadito dai fondatori, che vige a monte del progetto: “gli utenti sono prima di tutto persone”.

I creatori di Vero hanno riassunto la filosofia della piattaforma nello slogan “meno social media, più vita sociale”, che evidenzia come sia fondamentale avere un’alta considerazione degli utenti, in qualità di persone e non di oggetti da sottoporre alle logiche del mercato, della pubblicità e degli inserzionisti.

“I nostri abbonamenti ci consentono di lasciare la pubblicità fuori e di focalizzarci solo su una migliore esperienza social – spiegano i fondatori sul sito - non cerchiamo nuovi modi di monetizzare gli utenti o di tenerli sull'app con notifiche continue”.

Ecco spiegato il motivo per il quale chiedono agli utenti di pagare un piccolo abbonamento annuale. A tal proposito, va segnalato che l'iscrizione è stata gratuita soltanto per il primo milione di utenti registrati.

L’unica perplessità che rimane riguarda la gestione della privacy. Una volta effettuata l’iscrizione, infatti, è possibile richiedere la cancellazione del profilo solamente attraverso l’inoltro di una specifica richiesta.

In cosa Vero si differenzia rispetto a Facebook, Instagram e Twitter?

La piattaforma, scaricabile sia su dispositivi Ios che Android, all’apparenza, sembrerebbe una “copia” di quelli che sono i social più frequentati e famosi al momento, quali Facebook, Instagram e Twitter, dal momento che mette a disposizione funzionalità simili: pubblicazione di foto, di post e di commenti.

Su Vero, tanto per cominciare, i post appaiono in ordine cronologico, dimenticandosi degli algoritmi che regolano invece il flusso dei contenuti su Facebook, Instagram e Twitter. Inoltre, avviene una divisione precisa degli amici in quattro categorie: stretti, amici, conoscenti e follower. L’uso di hashtag è consentito e segue le stesse regole di sempre, da applicare nella condivisione di foto, post, video.