Jan Koum, alla guida della più importante applicazione di messaggistica online Whatsapp, dice addio alla società di Mark Zuckerberg, della quale era parte del board dei direttori. Lo ha annunciato lui stesso con un post su Facebook, molto ironico e nel quale non traspare nulla riguardo a disaccordi o scontri. Pare che già verso la fine del 2017 Koum abbia espresso il proprio desiderio di prendere le distanze dalla grossa azienda, più per motivi politici e di management.

Lo scontro anche su Facebook

Nel post su Facebook, il cofondatore di Whatsapp ha ironizzato sul fatto che ora avrà più tempo da dedicare alle sue passioni oltre la tecnologia, come collezionare auto Porches raffreddate ad aria.

La risposta di Zuckerberg non si è fatta attendere, e anche lui ha risposto mantenendo i toni sempre sul filo dell'ironia: Mark ha ringraziato il suo collega per la grande collaborazione, dicendosi orgoglioso di aver potuto lavorare fianco a fianco con una mente come quella di Koum, affermando inoltre di dovergli il merito delle sue conoscenze in tema di cifratura e la sua capacità di trasferire potere dai sistemi centralizzati alle persone.

Una battaglia iniziata con Cambridge Analytica

Uno scontro che da subito si mostra nel suo lato politico-economico. Whatsapp, fondata da Koum insieme a Brian Acton nel 2009, aveva già detto addio ad Acton lo scorso settembre: a metà marzo è diventato uno dei fautori della campagna #DeleteFacebook dopo lo scandalo di Cambridge Analytica che ha violato i profili di milioni di utenti del social media.

Il modello di business di Facebook è antitetico rispetto alla visione originaria di Koum e Acton. Tra pochi giorni, peraltro, si terrà la conferenza annuale di Facebook, F8, durante la quale si parlerà di come monetizzare grazie proprio all'applicazione di messaggistica. L'idea è quella di inserire la pubblicità su Whatsapp, cosa alla quale Koum e Acton si sono opposti da sempre.

Così come si erano opposti all'idea di uno scambio tra i dati delle due piattaforme per meglio pubblicizzare prodotti sulla base di una attenta analisi dei profili degli utenti.

La privacy dopo Koum

Se prima Whatsapp poteva vantare ben due valorosi condottieri che si battevano per il diritto alla privacy dei propri utenti, da adesso sarà tutto un punto interrogativo.

Sicuramente avremo nuove notizie dopo la giornata dell'F8, ma sappiamo tutti quali siano le strade già intraprese in passato da Zuckerberg, vedi il lancio di Whatsapp for Business. Ma tra i tre litiganti, come si dice, il terzo gode: in tutto questo scenario infatti c'è un'altra applicazione di messaggistica che ne sta approfittando per migliorare la propria immagine e la propria posizione sul mercato, Telegram.