Il rivale di Spotify, Youtube Music, fa il suo debutto ufficiale da oggi anche in Italia. Al momento, questa applicazione è disponibile in diciassette Paesi, tra cui Spagna, Francia, Svezia, Germania, Irlanda, Russia e Canada. Saranno due le versioni che gli utenti potranno scegliere: quella gratuita con la presenza degli annunci, e la versione Music Premium da 10 euro al mese. Questa potrebbe rappresentare la svolta per chi ascolta musica da Youtube: infatti fino a oggi ci si chiedeva come mai, ad esempio, non era ancora arrivata una funzione che consentisse di riprodurre i video musicali anche dopo aver spento lo schermo del proprio cellulare.

Oggi la risposta è: è arrivata un'app apposita per la musica in streaming. Chi voglia testare il servizio, ha una prova gratuita di tre mesi con delle playlist già create: basta solo scrivere sulla barra di ricerca Youtube Music e il gioco è fatto.

Le caratteristiche principali di Youtube Music

L'idea principale che sta alla base di questo progetto è rendere il più facile possibile ricercare i propri brani preferiti. Youtube, inoltre, dispone di un vasto archivio per quanto riguarda i remix delle canzoni, le versioni live e alcuni brani molto difficili da trovare in altre piattaforme. La cosa geniale è che non bisogna per forza inserire il titolo per trovare il brano: si possono riportare anche dei riferimenti, come ad esempio una canzone di una particolare pubblicità.

Insieme a Youtube Music, è arrivato anche Youtube Premium, ovvero il famoso Youtube Red che era già presente in alcuni Paesi, come gli Stati Uniti e costa sui 12 euro al mese. I vantaggi di quest'ultima riguardano la possibilità di essere totalmente liberi da annunci pubblicitari, ascoltare la musica in background e poter scaricare i brani offline sui propri dispositivi.

I membri che si abbonano alla versione Premium, potranno anche avere accesso ai contenuti di Youtube Originals, consistenti in show originali. I vertici della piattaforma fanno sapere che con il portale dedicato alla musica in streaming, le case discografiche possano finalmente smetterla di accusare Youtube di value gap. Con il termine value gap si fa riferimento all'enorme differenza di guadagni tra gli autori e coloro che distribuiscono online la musica. Il motivo di questa positività sta nel fatto che agli artisti andrebbero una parte dei guadagni derivante dagli abbonamenti, oltre che ai classici annunci presenti durante i video.