Continuano ad essere ancora in molti a non rispettare le misure dettate dal governo italiano per contenere la diffusione del contagio da Covid-19. Cresce dunque l’esigenza di trovare un sistema tecnologico che permetta di monitorare gli spostamenti delle persone senza infrangere però il rispetto dei dati sensibili. Il lockdown disposto dal Premier Giuseppe Conte purtroppo non è sufficiente, in troppi infatti non comprendono che le uscite devono essere esclusivamente di primaria importanza e di stretta necessità.

I big data e l’intelligenza artificiale possono aiutare le istituzioni a monitorare il territorio

A questo proposito La Stampa ha potuto consultare in esclusiva i dati di una ricerca condotta dalle società Ghost Data e Logograb. Ghost Data, a cui capo c'è l'informatico Andrea Stroppa, è un gruppo di ricerca di data analysis. Logograb è invece una società di intelligenza artificiale esperta in visual recognition. Ghost Data e Logograb hanno condotto l’analisi dei dati resi pubblici sui social media, analizzando nello specifico il comportamento di 552mila profili Instagram tra l’11 al il 18 marzo e le loro stories con relativa geolocalizzazione, quando questa viene resa pubblica. Analizzare i dati pubblici, quindi anonimi, ha permesso di non infrangere le regole del diritto alla privacy.

Le immagini delle stories sono state selezionate e poi passate al vaglio dell’intelligenza artificiale che ha escluso tutte quelle precedenti alla data di inizio dell’isolamento per l'emergenza sanitaria. Un controllo su foto, video e sui testi attraverso la tecnologia Ocr, di riconoscimento ottico dei caratteri, ha permesso poi di capire se le persone si trovavano da sole o in compagnia, se in luoghi aperti o in prossimità di oggetti o dettagli particolari.

A seguire è stato condotto un altro controllo, questa volta in manuale, da parte degli esperti, che ha permesso di comprendere ancora meglio i dati rilevati e a definire la tendenza dei comportamenti degli utenti.

Campania, Lombardia, Sicilia e Lazio sono le regioni dove si infrange di più il divieto di uscire di casa

Il quotidiano La Stampa ha pubblicato i numeri che rendono molto chiaramente l’idea.

Il 40,4% va tranquillamente in giro per la città, il 26,3% predilige andare al mare, il 17,2% nei parchi, il 6,1% in montagna, il 4% nei supermercati in coppia. A questi dati si aggiunge che il 40% si riunisce nei centri urbani, il 26% prende il sole nei luoghi all’aperto, il 23% approfitta per fare passeggiate ma anche sport di gruppo all’aperto.

Un gruppo di esperti italiani, si legge su Ansa, sta allora sperimentando un'app che, se installata sugli smartphone, permetterà di monitorare gli spostamenti delle persone positive al Coronavirus e di coloro con i quali questi siano entrati in contatto.

Luca Foresti, fisico e amministratore delegato della rete di poliambulatori specialistici Centro medico Santagostino, intervistato dall'Ansa, ha precisato che l'app non è ancora disponibile negli store online ma che si stanno avendo importanti contatti con il governo.

'E' un momento delicato in cui devono parlare i fatti' spiega Luca Foresti

Oltre al Centro medico Santagostino stanno lavorando al progetto anche l’avvocato Giuseppe Vaciago, uno dei maggiori esperti nella protezione dei dati sensibili in Italia e le società tecnologiche Jakala, Bending Spoons e Geouniq. Gli esperti sono insieme al lavoro per realizzare un sistema tecnologico in grado di aiutare le istituzioni a gestire la crisi, tracciando i dati che mostrano cosa accade nel territorio. Con questa applicazione la privacy verrebbe tutelata in quanto non rivela dati personali. Le persone che la installano diventerebbero ‘un nodo di raccolta di dati georefrenziata’ - spiega Foresti. L'app permetterebbe di aiutare tutti, oltre al singolo utente, ad avere informazioni più precise sul proprio stato. L'applicazione assumerebbe un ruolo pubblico, in grado di spiegare cosa sta accadendo sul territorio, sopratutto facendo parlare soltanto i numeri.