Applausi e grande acclamazione per il rocker di Correggio, che per la prima volta dall'inizio della sua carriera, accetta di salire sul palco dell'Ariston. Scelta amichevole verso il conduttore Fazio (che rivolgendosi al Liga afferma di non essere riuscito a smettere di ballare), o desiderio di svolta, non si è ben capito.
Certo è che l'esibizione di Ligabue è stata apprezzata, tanto che dalla platea si sente "Liga sei un figo", termine inappropriato per una prima serata all'Ariston, ma sicuramente colmo di affetto da parte di qualche fan.
L'intera platea accoglie in delirio Luciano, emozionandosi alle note di "Certe Notti" e "Il giorno di dolore", e ballando al ritmo di "Il sale della terra".
Con questo spaccato tra passato e presente, Ligabue porta sul palco un omaggio all'Italia intera e trasmette un messaggio di forza quando canta la quarta canzone della scaletta, "Per sempre".
"Mia madre prepara la cena cantando Sanremo, accarezza la testa a mio padre, gli dice: Vedrai che ce la faremo", strofa ricca di sensibilità e rammarico, ma dove non mancano amore e speranza.
Al termine della piccola esibizione, Ligabue fa un appunto sul significato di musica popolare: "Popolare è una parola bellissima, perché le canzoni nascono per la gente" . Ecco che l'intero pubblico si alza in piedi; non poteva venir detto niente di più giusto in un contesto come quello del Festival. E Liga, si sa, trova sempre le parole giuste.
Parole, ma non solo; la prima serata del Festival aveva già visto Ligabue protagonista, con un tributo a Fabrizio de Andrè. È il 18 febbraio e per ricordare il grandissimo cantautore genovese, Liga canta "Crueza de ma" accompagnato dal maestro d'orchestra Mauro Pagani, autore delle musiche del brano.
Altro ospite attesissimo è Crozza, che si presenta con uno scudo che porta la scritta "pace", ironizzando sul flop dello scorso anno.
Ma il pubblico sembra apprezzare il monologo satirico del presentatore, che sottolinea più volte il fatto che l'Italia oscilli continuamente tra la grande bellezza e il grande disastro: "bisogna migliorare il disastro", dice Crozza. E continua: "Noi italiani oscilliamo tra la grande bellezza e il grande disastro, tra Michelangelo e Giovanardi: dobbiamo migliorare Giovanardi.
Sapete cos'è per me la bellezza? La fatica. Michelangelo ha impiegato dieci anni per fare la Cappella Sistina: seduti sui banchi del Parlamento c'è gente che da dieci anni non riesce a fare una legge elettorale e piegati siamo noi". Niente di più vero. Terminando con una breve imitazione del nuovo premier Matteo Renzi, Crozza lascia il palco seguito da applausi e ottenendo, forse, un sincero riscatto.
"Nel 1940 Ferrari ha creato la macchina più bella del mondo. John Elkann nel 2014 ha sparato la cazzata più grande del mondo: dobbiamo migliorare John Elkann. Come? Migliorando la frase 'I giovani non trovano lavoro perché stanno a casa': i giovani stanno a casa perché non trovano lavoro. E soprattutto perché non hanno ereditato la Fiat dal nonno come te".
Così continua Crozza, con quell'ironia che, se la si legge tra le righe, spiega la drammatica realtà in cui stiamo vivendo.
Non solo Ligabue e Crozza, altri ospiti della serata sono stati il cantante belga Stromae, Claudia cardinale e Terence Hill, comunque apprezzati dai seguaci del festival.