Non ha preso bene la gag preparata per lui dalla trasmissione domenicale di Rai1 L'Arena. È Massimo D'Alemache, raggiunto dall'inviata del programma nei panni di un'aspirante chef, è stato invitato ad assaggiare degli agnolotti come quelli serviti a Renzi e Obama durante la cena della scorsa settimana alla Casa Bianca.
Un'intesa mancata anche a tavola
«Alla cena di stato Usa gli ospiti hanno assaggiato gli agnolotti alla patata dolce e il tema si è fatto referendario: gli agnolotti della Casa bianca erano salati, sì o no?». Un'autentica goliardata.
La giornalista voleva infatti chiedere se quel piatto era gradito o meno, spostando la discussione sul piano parallelo dell'intesa sul quesito del prossimo referendum costituzionale. L'ex premier ha subito intuito le intenzioni satiriche di chi gli si è parata davanti, anche in seguito alla grande agitazionedi questi giorni proprioall'interno dello stesso Partito Democratico.
La reazione? Tutto scaraventato a terra, con la scusa che stava portando a spasso il cane e che quindi non voleva essere disturbato. Un diritto sacrosanto, per uno dei pochi politici rimasti a usciredi casa senza scorta, nonostante abbia ricoperto fino al 2013 il prestigioso incarico di presidente del COPASIR.
«Abbiamo fatto la gioia dei piccioni».
Una chiosa autoironica, com'è nello stile dell'intervistato, che ha poi invitato la giornalista a evitare di organizzare questi spettacoli e a concentrarsi piuttosto su riflessioni più alte. Si scopre così un Massimo D'Alema attento alle dinamiche dell'informazione - in quanto giornalista lui stesso -, che va denunciando un sistema che predilige gli slogan, le prese di posizione ideologiche, mentre frequentemente tralascia il merito delle questioni.
Vorrebbe essere preso un po' più sul serio, cosa che invece pare non sia successa. Almeno questa volta.
Le scuse
Fonti interne alla redazione della trasmissione televisiva della rete ammiraglia Rai riportano che è stato lo stesso D'Alema a inviare telefonicamente le proprie scuse. D'altronde si sa, questi sono i rischi della satira.
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