A soli due giorni dalla interlocutoria riunione della segreteria Pd, dove i venti di scissione alzati dalle parole di Pier Luigi Bersanisi sono in parte sopiti, un altro rottamando di peso del partito, Massimo D’Alema, esce finalmente allo scoperto, conferma il suo No al referendum e avanza una sua proposta di legge per una riforma costituzionale alternativa a quella intestata al trio Renzi-Boschi-Verdini. A dire il vero il ddl costituzionale ‘D’Alema’ è stato elaborato a quattro mani dalla fondazione del ‘Lìder Massimo’ Italianieuropei e da quella dell’ex berlusconiano e alfaniano Gaetano Quagliariello, Magna Charta.

Sede della presentazione è la Residenza di Ripetta a Roma. Tra i contenuti della legge che, nelle speranze di D’Alema e dei numerosi costituzionalisti e politici presenti, dovrebbe soppiantare ‘l’obbrobrio’ costituzionale rappresentato dal ddl, ci sono la riduzione del numero dei parlamentari, il loro suffragio universale e una nuova visione del bicameralismo.

Il giorno di D’Alema

L’ex presidente del Consiglio, e plenipotenziario di Pci-Pds-Ds-Pd, Massimo D’Alema sta cercando disperatamente di mettere in atto la sua vendetta politica nei confronti di Matteo Renzida quando il premier di Rignano lo ha inserito nella lista dei rottamabili negandogli persino, dicono i ben informati, la poltrona di commissario agli Affari Esteri dell’Ue adesso occupata da Federica Mogherini.

E quale occasione migliore di schierarsi con tutte le sue forze, disponendo di amicizie potenti, contro il referendum sul ddl costituzionale firmato dalla ministra delle Riforme Maria Elena Boschi? Dire soltanto No al referendum però non bastava, e allora ecco l’idea di elaborare un disegno di legge alternativo a quella che viene considerata una ‘schiforma’.

L’iper attivismo di D’Alema va a fare il paio con la dura, anche se forse tardiva, presa di posizione di un altro big del Pd caduto in disgrazia, Pier Luigi Bersani. Il ‘battutista’ di Bettola ha lasciato intendere nei giorni scorsi di essere disposto anche alla scissione del partito, anche se ieri ha smorzato i toni definendo ‘casa sua’ il Pd.

I contenuti della proposta dalemiana

Dunque, Massimo D’Alema -con la inusuale compagnia di Gaetano Quagliariello e quella, forse più gradita, di diversi costituzionalisti schierati ovviamente per il No al referendum- presenta oggi nella romana Residenza di Ripetta il suo ddl costituzionale. Tra i contenuti pregnanti della proposta di legge c’è la riduzione del numero dei parlamentari (da 630 a 430 a Montecitorio, da 315 a 215 a Palazzo Madama), puntando contemporaneamente ad una revisione, se pur non in senso renziano, del bicameralismo perfetto. Elezione dei parlamentari che avverrà al Senato, secondo il ddl D’Alema, non attraverso i consigli regionali (come previsto dalla riforma Boschi) ma a suffragio universale.

Altri aspetti portanti della proposta sono la revisione del Titolo V della Costituzione, l’introduzione di una sorta di ‘camera di conciliazione’ tra i due rami del parlamento come avviene negli Usa e la possibilità di dare la fiducia al governo riservata solo alla Camera.