Ancora una volta gianluca vacchi fa parlare di sé, ma stavolta i suoi ballinon c'entrano nulla. L'imprenditore, infatti, in questi giorni è finito al centro delle attenzioni mediatiche per via della sua querela ad un'azienda mottense rea di aver prodotto magliette con uno slogan che infangherebbe la sua immagine. La frase incriminata, ovvero "Odio Vacchi" sarebbe stata creata da Stefano Cigana ed impressa sulla sua linea di abbigliamento a sfondo satirico.
Bisogna accettare l'umorismo e le critiche
Secondo il proprietario dell'azienda mottense, Vacchi avrebbe minacciato querela tramite i suoi manager per accuse di calunnia e diffamazione.
Ovviamente Cigana si difende sostenendo che il suo era solo uno slogan umoristico e che quando si è famosi, soprattutto in rete, bisogna anche accettare di essere esposti a critiche o satira di vario genere. In tanti trovano davvero assurdo che, un personaggio che ha fatto di balletti e frasi simpatiche la sua fortuna se la prenda così tanto per una linea di magliette.
L'azienda di famiglia intanto prende le distanze
La IMA, azienda fondata dal padre di Gianlunca Vacchi, in questi giorni ha rilasciato, tramite i suoi portavoce, un comunicato nel quale afferma che l'imprenditore non ha ruoli dirigenziali nella società e che pertanto non è collegato ad essa in via diretta se non per le azioni che possiede.
D'altronde, lo stesso Vacchi ha più volte detto di non gestire la IMA che è in mano a famigliari più esperti e capaci. Intanto il personaggio si dedica ad altri progetti.
Autoironia solo quando ci guadagno
Già sono tante le critiche rivolte al personaggio, reo di essere autoironico solo quando questo gli fa comodo ovvero quando ottiene visualizzazioni su Instagram e altri social.
La fama dell'imprenditore è stata costruita grazie alla sua follia mostrata a milioni di persone. Che Vacchi tema un calo di interesse nei suoi confronti a seguito di un boom di acquisto delle magliette di Cigana? Oppure è un tentativo di ottenere diritti dalle stesse? Difficile rispondere a tali domande, non resta che seguire il caso e vedere chi riuscirà ad ottenere ragione.