Pomeriggio 5 riparte dagli ultimi aggiornamenti sulla tragedia del rigopiano. Recuperati i corpi delle ventinove vittimi l'attenzione si sposta sulla tempistica dei soccorso ed in particolare delle segnalazioni relative all'allerta meteo. Dalla Prefettura assicurano che l'allerta valanghe è stata segnalata al comune di Farindola. Nello specifico è stato segnalato il passaggio da rischio 2 a 3/4. A confermare la tesi anche le forze dell'ordine ed i soccorritori che si sono poi attivati per raggiungere il Rigopiano. Resta il giallo delle mail che non è mai arrivata al comune di Farindola.

L'inviata di Pomeriggio 5 ha controllato anche la posta in entrata ed indesiderata del comune di Farindola.

La Provincia: mai arrivata l'allerta valanghe

Un aspetto rilevante perché se l'email fosse arrivata in tempo utile si poteva anche ipotizzare lo sgombero del resort o comunque accelerare le procedure per liberare la strada che porta al Rigopiano con uno spazzanove. In seguito è stata mandata in ondo la telefonata fatta dal cuoco al 118 alle 17.08. La chiamata viene smistata dall'operatrice a Pescara perché Farindola è competenza del capoluogo abruzzese. La telefonata è molto disturbata. L'uomo afferma che l'hotel non c'è più e ci sono dei dispersi. La telefonata è molto concitata con il cuoco (Giampiero Parete) ribadisce che che il resort non c'è più e che ci sono dispersi.

Il presidente della Provincia di Pescara ha successivamente chiarito di aver dichiarato la mattina del 18 gennaio un mail in cui si esortava l'intervento immediato della Prefettura e del governo e dell'intervento dell'esercito. E' stato precisato che era stato chiesto anche che fosse inviata con celerità una turbina che poi è arrivata con notevole ritardo.

Inoltre dalla Provincia è stato ribadito che l'allerta valanghe non è mai arrivata.

Il soccorritore: 'Sono partito a mezzannotte'

Successivamente è intervenuto uno dei primi soccorritori (Fabio) arrivati al Rigopiano che ha raccontato di aver visto un tetto squarciato da un albero e che il resort era completamente raso al suolo.

'Era intatta solo la caldaia. Sembrava di assistere ad un film dell'orrore. Siamo saliti da Penne a mezzanotte e ventiquattro minuti e sono arrivati dopo quattro ore. Ho fatto autostop fino al bivio di Farindola e poi mi sono messo gli sci ai piedi e sono salito per sette chilometri in supporto ai soccorsi. Ero sempre in testa al gruppo perché conoscevo bene la strada. Per anni ho fatto sci alpinismo proprio nella zona dove è caduta la valanga. Una volta arrivati abbiamo visto una luce e poi abbiamo compreso che era un'auto dove c'erano Giampiero Parete ed un altro superstite. Evidentemente sono riusciti un po' a liberare l'auto e salirci dentro per riscaldarsi ed attendere i soccorsi. Una volta arrivati ho indicato ai soccorsi i vari ambienti.

La valanga l'ha presa di lato ed il giardino era intatto. La casa nel bosco era totalmente distrutta e visto che l'ascensore era bloccato non era facile accedere alla Spa. Inizialmente i cani non avvertivano nè odori nè rumori. Successivamente il cuoco è stato portato giù mentre Fabio è rimasto con i soccorsi per spiegare dove potevano essere le persone travolte dalla valanga. La sala biliardo era praticamente intatta e lì c'erano i bambini e la moglie del cuoco'.

'Picchiati da otto persone per una spinta mai data'

Violenza e omofobia: successivamente Barbara D'Urso ha trattato il caso dell'aggressione all'esterno di un locale milanese di un giovane perché gay. Michele ha raccontato la sua triste esperienza in collegamento da Milano: 'Sabato ho preso parte ad una serata in disco.

C'era una sala gay ed una etero. All'uscita del locale c'era un gruppo di ragazzi - credo 8- che prima ci hanno guardato e poi ci hanno raggiunto. Questi riferiscono che li avevamo spintonati nel locale. Noi gli abbiamo detto che c'era stato uno scambio di persona. Loro non hanno voluto sentire ragioni e ci hanno picchiato selvaggiamenti e colpiti con una bottiglia. Mi sono ritrovato insaguinato a terra mentre un mio amico era riuscito ad entrare in auto per chiamare soccorso. Noi eravamo in tre e l'altro mio amico ha avuto le conseguenze peggiori ed è stato diversi giorni in ospedale. Ovviamente hanno detto anche parolacce ed invettive ma noi avevamo fatto finta di nulla ma non è bastato a frenare la loro follia.

Purtroppo non sono stati ancora individuati. Ad un mio amico sono stati portati via portafoglio e cellulare'. Michele ha rivelato di essere stato contattato per essere testimonial della lotta contro l'omofobia. Chiusura di trasmissione dedicata al Giorno della Memoria.