È morto Leone di Lernia. Il conduttore radiofonico, che nell'ultimo periodo era stato impegnato con lo Lo Zoo di 105, ha abbandonato colleghi e familiari all'età di 78 anni. Il comico era ricoverato a Milano da circa una settimana, dopo la scoperta di un malore.

Come si può ben vedere la notizia è arrivata pochi minuti fa, nonostante la sorpresa di un gran numero di utenti del web. Leone di Lernia ci ha lasciati.

Arriva l'annuncio della morte di Leone di Lernia

L'annuncio come detto è arrivato dalla pagina ufficiale de Lo zoo di 105. Gli amici e colleghi del comico hanno sottolineato come stavolta purtroppo l'annuncio non fosse uno scherzo ma una tragica realtà.

Ovviamente sul web sono arrivati tantissimi messaggi di cordoglio da estimatori del programma radiofonico ma anche da tutti quelli che da tempo seguivano Leone. Tramite Facebook in pochi minuti sono comparsi migliaia di commenti al post dello Zoo.

Lo stesso Leone di Lernia che pochi giorni fa era stato protagonista a Pomeriggio 5 di Barbara D'Urso, dove aveva annunciato al pubblico la notizia del suo malore. Il pubblico però sembra non aver creduto alle parole del comico pensando fosse uno dei tanti scherzi ideati dallo Zoo di 105. Purtroppo, nella giornata di oggi 28 febbraio il pubblico si è dovuto ricredere prendendo conoscenza della tragica novità.

I fan stupefatti dopo l'annuncio della morte di Leone di Lernia

Domenica pomeriggio, doveva essere anche data un'altra opportunità a Leone di Lernia. Lo stesso era stato chiamato da Barbara D'urso per chiarire l'inconveniente della settimana scorsa, nella quale aveva dovuto dare buca alla conduttrice. In realtà lo stesso Leone era poi intervenuto telefonicamente per spiegare brevemente l'accaduto promettendo di ritornare in diretta dall'ospedale in cui si trovava ricoverato la domenica seguente.

Purtroppo il comico non arriverà mai in diretta con Barbara perchè questa mattina è arrivata la notizia (confermata) della sua Morte. Ci lascia un comico, un collega che aveva raggiunto la popolarità a inizio anni Novanta grazie a cover parodistiche e goliardiche