Oltre ventimila persone hanno firmato, al momento, la petizione online su Change.org, per chiedere alla Taodue di Pietro Valsecchi di rinunciare alla realizzazione di una fiction sulla tragedia di rigopiano, la cui uscita sarebbe prevista per gennaio 2018, in vista del primo anniversario della drammatica vicenda.

In una nota ufficiale, Valsecchi aveva spiegato - chiarendo le proprie intenzioni - di voler realizzare un "progetto molto importante", con l'intenzione di coinvolgere e farsi supportare sia dai superstiti che dai familiari delle vittime.

Il noto produttore, che ha realizzato molte serie televisive di successo, oltre ai film con protagonista Checco Zalone, ha ricordato come quelle legate alla tragedia di Rigopiano siano state, per la popolazione italiana, delle giornate emotivamente partecipate "in un'alternanza di sentimenti". L'intento principale del progetto è quello di far luce sulla verità dei fatti.

L'altro obiettivo dichiarato di Valsecchi è quello di rendere omaggio sia alle vittime che ai tanti che hanno partecipato alle operazioni di soccorso in quelle ore drammatiche e concitate. Dunque, in base a quanto dichiarato da Taodue, la fiction verrebbe realizzata con intenti nobili.

Il senso dell'iniziativa

La petizione, rivolta al presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, è stata lanciata da Francesco Di Giandomenico, il quale ha spiegato così il senso della sua iniziativa: "Io personalmente non lo trovo affatto giusto, fare una serie TV sulla tragedia di Rigopiano, aiutatemi per favore a non mandare in onda questo scempio per rispetto delle persone decedute e di tutte quelle persone che sono andate a salvare chi è rimasto intrappolato in quell'inferno".

L'obiettivo minimo che la petizione si pone è quello delle 25mila firme. Contro la fiction su Rigopiano si erano scagliati, nei giorni scorsi, alcuni dei superstiti della tragedia, oltre all'avvocato Camillo Graziano, legale dei familiari di Stefano Feniello, una delle 29 vittime. Questi, senza tanti giri di parole, aveva parlato di "scelta irrispettosa", sottolineando come la volontà di realizzare una fiction su questa tragedia sia mossa, in realtà, da scopi meramente commerciali.