Gabriele Muccino, noto regista romano, è stato descritto come un uomo violento dall'ex moglie, Elena Majoni. Questa, durante un'ospitata a una nota trasmissione televisiva, aveva dichiarato di essere stata spesso offesa e malmenata dall'ex marito. Parole forti nei confronti del padre dei suoi figli. Finora Muccino non aveva mai replicato alle accuse della Majoni ma adesso inizia il contrattacco, smentendo categoricamente tutti gli addebiti. I legali dell'artista hanno reso noto di aver querelato tutti i responsabili della 'campagna diffamatoria' avviata nei confronti del loro assistito.

Muccino 'sguinzaglia' i suoi legali

E' uscito allo scoperto, dopo tanto silenzio. Gabriele Muccino non tollera che certe persone diffondano notizie che ledono pesantemente la reputazione personale e professionale. Lo hanno ribadito recentemente i suoi avvocati, Ernesto De Toni, Carlo Longari e Giambattista Casellati, che hanno sottolineato di aver presentato querele contro i responsabili della campagna denigratoria. Il cineasta de 'La ricerca della felicità' sarebbe stato in silenzio, negli ultimi 12 mesi, per difendere la vita privata dei figli e la figura materna della Majoni, sebbene siano state più volte proferite, anche pubblicamente, 'affermazioni false e prive di fondamento'. Evidentemente, Gabriele si è stancato di subire, di sentire parole false e ricostruzioni inattendibili.

Ora il regista 'sguinzaglia' i suoi avvocati.

Quel ceffone che le ha rotto il timpano

Elena Majoni aveva rivelato, nel corso di un'intervista al Corriere della Sera, di essere stata più volte picchiata da Gabriele Muccino, uomo sposato nel 2002. Il regista, una volta, le avrebbe dato un ceffone così potente da romperle il timpano.

Recentemente, Elena ha parlato della storia turbolenta con l'ex marito durante il programma televisivo 'L'Arena'. La donna ha ricordato i momenti bui passati insieme a Gabriele che, durante una vacanza in Toscana, le ruppe il timpano con uno schiaffo. All'inizio non ebbe il coraggio di parlarne con nessuno, visto che difficilmente la gente le avrebbe creduto: 'Ho aspettato che arrivassero delle sentenze definitive e quindi delle prove'.