Dallo scherzo al 'mitico' Uomo Gatto di Sarabanda allo scottante caso del sangue infetto. In occasione dell'ultima puntata de Le Iene non sono mancati casi limite e situazioni esilaranti. La trasmissione è partita dallo scherzo all'Uomo Gatto. Il redattore albanese di Striscia, Landi, con la complicità di Corti e Onnis è riuscito a convincere l'ex concorrente dei record del programma di Enrico Papi a partire alla volta di Tirana. Gli inviati del programma di Italia 1 hanno fatto credere al vulcanico Gabriele Sbattella che la tv albanese vuole proporre un programma simile a Sarabanda.

Per rendere credibile la storia Corti e Onnis hanno riferito che la trasmissione si chiama Kappekanga e che gli autori hanno pensato all'Uomo Gatto per la conduzione. Sbattella ha manifestato fin da subito entusiasmo alla proposta dei 'finti' produttori. I due complici hanno invitato l'ex concorrente a partire subito perché in lizza per il ruolo di presentatore c'era anche lo storico rivale Tiramisù. In seguito i redattori de Le Iene hanno fatto credere all'emiliano che per problemi legati al maltempo non potevano raggiungere Tirana in aereo.

Il tormentato viaggio in Albania di Sbattella

Il lungo viaggio in auto è stato caratterizzato da deviazioni 'volute' per rendere ancora più lungo il tragitto.

Dalla Slovenia passando per la Bosnia, il Montenegro e la Croazia fino ad arrivare a Tirana con l'Uomo Gatto che non ha sfogato la propria rabbia per il viaggio odissea contro Landi. Nel corso dell'avventurosa esperienza Sbattella è stato costretto a dormire in auto. Lo scherzo a L'Uomo Gatto ha diviso i seguaci della trasmissione televisiva.

In molti hanno ipotizzato sui social che l'ex concorrente di Sarabanda fosse al corrente della situazione e si fosse prestato al gioco. Decisamente di altro tenore il servizio sul sangue infetto. L'approfondimento curato da Roberta Rei ha posto l'accento sui ritardi dello stato nel risarcire i danni causati dalle trasfusioni.

L'inviata ha evidenziato che dagli anni '70 agli anni '90 alcune case farmaceutiche hanno immesso sul mercato flaconi di plasma ed emoderivati con il virus dell'Hiv e dell'epatite C. In Italia sarebbero morte 4500 persone negli ultimi quarant'anni per via delle trasfusioni. Nel corso del servizio sono stati ascoltate alcune vittime del sangue infetto. Germano ha raccontato di aver contratto l'Hiv dopo essere andato al pronto soccorso per un'antitetanica. 'Sono diventato cieco ed epilettico'.

'Sono anni che attendiamo il risarcimento danni'

L'uomo ha raccontato di aver dovuto smontare le tesi sull'omosessualità e sulla tossicodipendenza sostenuta dal Ministero. Germano ha precisato che il giudice ha riscontrato il nesso di causalità e stabilito il risarcimento danni.

'Lo stato ha fatto ricorso con il rischio che tutto finisca in prescrizione'. Non sono mancati momenti di commozione da parte dei familiari delle persone decedute dopo la trasfusione. 'Mio fratello Gaetano è morto a 23 anni'. La sorella di una delle vittime ha riferito che il Ministero ha proposto un'equa riparazione con l'importo di centomila euro. 'Il risarcimento era fissato a 460 mila euro, l'hanno ucciso due volte'. Successivamente Roberta Rei ha chiesto lumi sulla questione al ministro della Salute Beatrice Lorenzin. 'Purtroppo è una questione che ci trasciniamo da trent'anni'. Il ministro ha precisato di aver fatto un emendamento per più di cento milioni aggiuntivi per tutte le vittime che hanno sangue infetto. 'Le persone sono tante e mano a mano che ci sono le risorse le eroghiamo'.