Tra gli ospiti della puntata del 21 ottobre di "Tv talk", programma di Rai 3 in cui vengono analizzati gli eventi più importanti dell'ultima settimana televisiva, c'era la scrittrice michela murgia, che ha parlato tra le altre cose dello scandalo Weinstein e delle critiche rivolte all'attrice asia argento dopo la sua rivelazione di essere stata vittima di molestie da parte del produttore.

'Quando la vittima parla va ascoltata, non va discussa la verità delle sue parole'

La scrittrice sarda era in collegamento con lo studio del talk show per parlare delle polemiche nate dopo l'ultima puntata di "Chakra", programma da lei condotto su Rai 3, in cui ha affrontato il tema della gravidanza surrogata.

Dopo aver difeso la sua scelta di trattare l'argomento ("Non era uno spot per la gestazione per altri, ma un invito a riflettere sulle varie possibilità di legge su una cosa che comunque viene fatta nel mondo"), la Murgia ha risposto alle domande del conduttore Massimo Bernardini sulla vicenda che da giorni occupa le pagine dei giornali di tutto il mondo.

Quando le è stato chiesto un commento sulla questione lei non ha avuto dubbi: "Legittimare l'idea che si possa discutere della verità di una confessione di violenza subìta è un atto di schieramento a favore dello stupratore o del molestatore" ha dichiarato l'autrice di "Accabadora".

"Quando la vittima parla, va ascoltata, non va discussa la verità di ciò che sta dicendo."

'Potrei fare il nome di almeno 4 conduttori che hanno sulla coscienza questo genere di colpe'

La scrittrice ha poi commentato l'accanimento mediatico vissuto dall'attrice: "In Italia siamo abituati a investigare sulle ragioni della molestata e mai su quelle del molestatore.

Si dice 'succede a tutte, ti puoi sottrarre', la frase giusta sarebbe 'lo fanno tutti, potrebbero smettere'. Ci si domanda 'come mai la molestata è rimasta a farsi molestare?', non 'come mai il molestatore molestava?'. Questa è una risposta che mi piacerebbe di più."

Poi, la rivelazione choc: "Non è solo Weinstein il problema, potrei fare il nome di almeno 4 conduttori della televisione italiana che hanno sulla coscienza situazioni di questo genere."

La scrittrice ha infine concluso con una riflessione: "Ogni volta che è capitato che qualcuna dicesse 'io ho qualcosa da dire' sono stati tutti pronti a rispondere 'no non la dire, che sarà mai, fattela una risata'. Ecco, la cultura del 'fattela una risata' è un antidoto micidiale alla voglia delle donne di denunciare."