Giovedì 5 ottobre, su Canale5, è andata in onda la prima puntata del famoso talk show condotto da Maurizio Costanzo, “L’intervista”. L’inizio di questa nuova stagione risulta essere già sulla bocca di tutti per un ospite non molto gradito: Pietro Maso, reo confesso di uno dei più clamorosi casi di omicidio a sfondo familiare della cronaca italiana degli anni ’90.

Chi era Pietro Maso

Ancora bambino, Pietro Maso si ammala a causa della meningite che lo porterà all’incapacità di parlare fino all’età di quattro anni. Lui stesso, durante l’intervista di Maurizio Costanzo, racconta le problematiche generate da questa malattia:

“Avevo molti handicap e ciò ha condizionato tutta la mia esistenza perché dovevo affrontare la vita e accettarmi per quello che ero; invece, ho costruito un’immagine forte e spavalda”.

Da ragazzo Maso sente il bisogno di emergere, di fare parte di un branco e di esserne il leader. Nel suo libro “Il male ero io”, edito da Mondadori, racconta quale fosse, all’epoca, la sua settimana tipo: “Questa era la mia settimana: il lunedì sono un giocatore di poker, il martedì un campione di biliardo. Il mercoledì sono il principe del casinò. Gli altri giorni do il meglio di me, mi trasformo nel re delle discoteche”.

Purtroppo, però, iniziando ad accumularsi i debiti di gioco e di droga. Preso dalla foga del momento e dalla voglia sempre maggiore di vivere una bella vita, inizia a meditare la morte dei genitori per appropriarsi dell’eredità. Comincia così la sua lenta e inesorabile discesa verso l’inferno.

I fatti accaduti nel 1991: l’uccisione dei genitori

A soli 19 anni, il 17 aprile del 1991, insieme a tre amici, Pietro Maso uccide i suoi genitori, Antonio Maso e Mariarosa Tessari, nella loro casa di Montecchia di Crosara (comune in provincia di Verona). A due giorni dall’accaduto il giovane, unico sospettato, viene accusato di omicidio.

La sentenza arriva dieci mesi dopo, il 29 febbraio del 1992: Pietro Maso viene condannato a 30 anni di reclusione. Ancora dal libro “Il male ero io”: “In quelle mura che sapevano di morte ci stavo entrando io. Ridevo di disperazione. Volevo farla finita. Dal 1994 il carcere di Opera sarebbe diventata la mia casa. La cella è diventata la mia bara.

Nell’isolamento ho trovato la mia libertà, la mia espiazione.

Dopo 22 anni di carcere Pietro Maso viene lasciato in libertà. Ne seguono anni di amore in compagnia della moglie Stefania, ma anche, nuovamente, numerosi problemi dovuti alla dipendenza dalle droghe che porteranno la donna a mettere fine al loro matrimonio. Parte da qui la rinascita di Pietro Maso che, durante l’intervista a Maurizio Costanzo, confessa di aver fatto cadere tutte le maschere indossate negli anni: “Sono qui, per la prima volta nella vita, senza corazze e maschere”.

Le numerose polemiche e la replica di Maurizio Costanzo

In seguito alla comunicazione del primo ospite di Maurizio Costanzo, Pietro Maso, in numerosi si sono riversati sui social network per gridare allo scandalo.

Molti utenti del web hanno parlato di “sciacallaggio” e di “curiosità morbosa”. A rispondere alle critiche è lo stesso Costanzo che, ospite del programma radiofonico di Rai Radio 1 “Un giorno da pecora” nella puntata di mercoledì 4 ottobre, ha voluto dire la sua: “Io parto da un principio: le persone vanno conosciute. Lui ha fatto 22 anni di carcere e poi è uscito per volere del magistrato. […] Come è stata l’intervista? Secondo me molto vera. Consiglio alle persone prive di preconcetti di guardarla per capire una persona che ha il suo passato. Mi definiscono “sciacallo”? Ma li faccia parlare, devono dare un senso alla vita”.