Ormai siamo giunti a metà delle serate previste del Festival di Sanremo, e si possono certamente azzardare delle valutazioni più precise. Si sa, la prima sera necessita sempre del giusto tempo di riscaldamento per i cantanti, ma soprattutto per i conduttori. Quest’anno la kermesse sanremese è presidiata dalla showgirl Michelle Hunziker, dall’attore Pierfrancesco Favino ed infine dal cantante Claudio Baglioni, quest’ultimo nel ruolo anche di direttore artistico. Nonostante le prove si siano ripetute fino al giorno prima del debutto, la tensione dei protagonisti è palpabile: sul palco dell’Ariston gravano grandi responsabilità, tra cui quella di alleviare (o eventualmente tediare) la prima serata per cinque giorni consecutivi.

Prime impressioni sui conduttori: in&out delle due serate

Pierfrancesco Favino durante la prima messa in onda del festival sembrava non riuscire ad esprimere tutto il suo potenziale o perlomeno quella spigliatezza che lo aveva caratterizzato durante la conduzione di “Io leggo perché”, una serata-evento andata in onda su Rai Tre il 23 aprile 2015 per la Giornata Mondiale del Libro. Poi al festival galeotto fu il mash-up musicale, nel quale Favino ha riproposto tutti i più grandi successi di Sanremo con ironia e con qualche accenno di imitazione. Ieri sera, l’attore ha ulteriormente stupito con la versione in poesia della hit estiva “Despacito”, dimostrando al pubblico che “ballicchia” e che rappa niente male.

Chissà se “il momento di cultura” non diventi il momento più atteso della serata. Bravo!

Michelle Hunziker parte subito in quarta già ai primi istanti dall’apertura ufficiale del festival. Era stata già considerata una grande rivelazione al suo primo Sanremo nel 2007 con Pippo Baudo, ma ancora di più in questa edizione la showgirl di Mediaset si dimostra pronta, disinvolta e sorridente.

È così tanto a suo agio che durante la serata di martedì si lascia andare anche a dichiarazioni d’amore per Tomaso Trussardi, seduto in platea e visibilmente imbarazzato dalle esternazioni di sua moglie.

Claudio Baglioni, che si è autodefinito “dittatore artistico”, esordisce con un “sermone” sulle qualità del suo festival – ovvero al centro ci sono le canzoni – descrivendole come “arte povera con una forza evocativa incredibile”.

È anche e soprattutto un festival dell’omaggio, quando ad esempio alla prima sera canta insieme a Morandi “Se non avessi più te”, scegliendo il brano “ultimo arrangiamento” di Luis Bacalov. Il cantante non ha un ruolo defilato come aveva lasciato intendere, ma in realtà si fa sempre più spazio sul palco con le sue canzoni. E infatti da Sanremo a Sanbaglioni il passo è breve (questo festival è a tratti troppo autoreferenziale).

Highlights della seconda serata

Autocitazione. Potremmo lanciare l’hashtag #Baglionicanta. Per chi non lo avesse capito, il cantautore romano sfoggia sé stesso esibendosi nelle sue stesse canzoni, da solo o in compagnia degli ospiti.

Autobiografia. L’ospite di questa serata è Pippo Baudo, che si riappropria del palco attraverso una lettera aperta a Sanremo.

Il suo discorso inizia con: “Carissimo e amatissimo Sanremo ti ho conosciuto nel 1958, quando per la prima volta ho assistito al festival grazie al televisore. Mi sono promesso che prima o poi in quella scatoletta ci sarei entrato”. Il conduttore immagina che sia stato proprio Sanremo ad affidargli il mandato di scoprire nuovi talenti, come Laura Pausini, Giorgia e Eros Ramazzotti, poi ripercorre i suoi ospiti da Benigni al Trio Marchesini-Solenghi-Lopez fino a quelli internazionali come Madonna, Sharon Stone e l’allora minorenne Whitney Houston. A suon di “l’ho scoperto io” e “tu hai debuttato con me” rivolto alla Hunziker, saluta l’Ariston in un tripudio di applausi e “minaccia” il pubblico: “Ci vediamo l’anno prossimo”.

La celebrazione di Pippo, leggermente egoriferita, è un limpido riflesso del nostro Paese, sempre troppo volto a elogiare i successi di ieri e a commemorare ciò che è già stato.

Autodenuncia. Una grande sorpresa è la presenza di Franca Leosini che con il suo savoir-faire si lascia coinvolgere in una rivisitazione della canzone “Piccolo grande amore”, adoperando le consuete formule del suo storico programma “Storie Maledette” (le nuove puntate andranno in onda a marzo su Rai Tre). “...solamente adesso me ne sto rendendo conto…” “Guardi il pentimento non ha nessun valore giuridico”.