Ieri sera dalle 18:30 su Tv8 è andato in onda il primo appuntamento di “Pupi e fornelli”, il cooking show a premi targato Fremantle. Alla conduzione c’è il cantante toscano Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, affiancato dallo chef Cristiano Tomei che commissiona le pietanze ai concorrenti e assegna la vittoria a una delle coppie.
Il meccanismo
Il gioco consiste nella gara tra due coppie di parenti (nella prima puntata ci sono stati due cugini piemontesi e madre e figlia toscane) che si sfidano in una gara di cucina in cui uno ha poca dimestichezza ai fornelli e l’altro è un cuoco provetto (chi per professione e chi per abitudine quotidiana).
All’inizio della gara la coppia viene divisa: a cucinare rimane l’inesperto e l’altro è costretto ad assistere da una cabina insonorizzata in cui può inveire senza essere sentito dal proprio partner, e potrà intervenire soltanto alla richiesta di aiuto dell’altro. Da quel momento, infatti, i partner più esperti possono fornire suggerimenti per un tempo massimo di trenta secondi (sono quattro gli aiuti a disposizione del concorrente).
Nell’ultima fase del programma, gli esperti escono dalla loro postazione e possono cercare di sistemare il piatto in extremis.
I vincitori si aggiudicano il premio di cinquecento euro e la possibilità, soltanto dalla sesta puntata in poi, di giocare nella puntata successiva.
Lo studio
La scenografia del programma conserva alcuni elementi visivi di altri cooking show, come l’organizzazione delle postazioni dei concorrenti e quella del giudice, che ricorda ad esempio “Cuochi e Fiamme”, tuttavia “Pupi e Fornelli” introduce l’estetica della pop art americana. Ci sono difatti richiami alle due più famose opere di Andy Warhol: il Dittico di Marilyn con l’effigie di Pupo oppure il barattolo di zuppa Campbell utilizzato per il logo del programma.
La mission del format
L’obiettivo del format non è soltanto quello di intrattenere nella delicatissima fascia pre-serale, affollata da game show (da Rai 1 a Canale 5) e anche da competitor diretti (“Cuochi e Fiamme” va in onda alla stessa ora su Food Network), ma proporre una diversa concezione del fare cucina in tv.
Negli anni la proposta televisiva è sempre stata allineata alla cucina dei grandi ristoranti, con il passaggio in tv di vari chef stellati o delle persone comuni che sfoggiano abilità invidiabili in cucina, ed ha offerto attraverso il cibo una sorta di eros sublimato (il piacere della vista con gli impiattamenti ad hoc o il piacere del gusto restituito dai commenti dei giudici).
Al contrario “Pupi e Fornelli” scrittura i propri concorrenti per il loro essere autenticamente allo sbaraglio: ad esempio, gli ingredienti per la preparazione del piatto vengono perlopiù scelti a caso e il risultato finale è un impiattamento raffazzonato.
In questo format l’attrattiva si posiziona dunque nell’imperfezione dell’esecuzione e nel non prendersi troppo sul serio, e in cui si trascurano titoli (le famose stelle degli chef) e si riavvicina, finalmente, la cucina agli ambienti domestici.