Che li consideriate un semplice cartone animato, una serie cult, una denuncia attuale della realtà che ci circonda o semplicemente la rappresentazione della tipica famiglia americana (sempre più globalizzata), il clan dalla pelle gialla dei Simpson completa in questo 2019 la sua trentesima edizione dopo aver abbracciato in maniera più o meno realistica praticamente ogni aspetto della vita quotidiana vera.

Dalle profezie agli omaggi di Halloween

Spesso si è discusso della capacità dei Simpson di anticipare eventi che poi, nella realtà fuori dal piccolo schermo, si sono verificati sul serio.

Che sia l'elezione dell'attuale presidente americano Donald Trump o il riferimento a ciò che è successo drammaticamente alle Torri Gemelle nel 2001, le avventure di Homer e famiglia hanno toccato in trent'anni talmente tanti aspetti della vita che in alcune occasioni la realtà e la fantasia degli sceneggiatori ha finito col combaciare andando a rinforzare la celebrità dei Simpson anche in chiave profetica.

Più numerosi e volontari invece i riferimenti a fatti realmente accaduti, citazioni di film passati alla storia, rifacimenti e omaggi nei confronti di fenomeni culturali e tormentoni più o meno famosi. È il caso della rituale puntata di Halloween, 'Treehouse of Horror' o 'La paura fa novanta' in Italia, che in ogni stagione puntualmente mira a spaventare i telespettatori nella personalissima maniera dei Simpson.

Ogni episodio di questo tipo è composto da tre mini episodi che si rifanno ai classici della letteratura horror mondiale, da Dracula e Frenkstein, dagli Zombi al Corvo di Poe, passando saltuariamente agli omaggi ai capisaldi del cinema di genere, da 'I confini della realtà' a 'Shining' passando per 'L'invasione degli ultracorpi' e 'Nightmare'.

Non fa eccezione la trentesima stagione con Matt Groening, padre dei Simpson, che trasfigura i cinque dei Simpson e i loro concittadini di Springfield nei personaggi di 'Stranger things', la serie targata Netflix fantastica dai risvolti horror nata nel 2016 che ha incollato ai teleschermi milioni di spettatori che sono diventati poi veri e propri fan.

E potrebbe non essere una coincidenza che l'episodio numero trenta di Halloween sarà anche il numero 666 della serie.

Lisa veste i panni di Undici, uno dei protagonisti della Serie TV, e ne assume i poteri e le condizioni di fuggiasca mentre Milhouse sarà Will Byers, il ragazzino scomparso nel 'Sottosopra', la realtà parallela popolata da creature mostruose e pericolose nell'episodio dal titolo 'Danger things'.

La locandina che celebra il lancio di questa speciale puntata dei Simpson rappresenta in primo piano alcuni dei personaggi di Stranger Things 'simpsonizzati' ma contiene anche un particolare che si riferisce ad un altro film fantastico, 'La forma dell'acqua' di Guillermo del Toro, premio Oscar come miglior film nel 2018.

Si intuisce che l'amore tra Selma, sorella di Marge, e uno tra Kang e Kodos, gli alieni che ogni tanto fanno la loro comparsa nella serie, riprenderà la storia del film.

Anche gli altri due mini episodi di Halloween saranno degli omaggi ad altri due famosi film che hanno lasciato il segno nel panorama cinematografico horror, 'Omen' e 'L'esorcista', e c'è da scommettere che le risate non mancheranno.

La realtà alternativa, i Simpson visti dalla Russia

E se la serie più longeva della storia della televisione non ha mai lasciato a corto di risate, particolare anche se completamente diversa è la visione dei Simpson che ha avuto il regista russo Lenivko Kvadratjic che ha realizzato la sigla della serie americana in chiave più strettamente sovietica.

Il disegno è sfumato su tonalità di colori molto spenti con dei tratti molto più realistici e ispirati ai panorami della Russia dittatoriale degli anni scorsi.

Il Bart russo è un tossicodipendente che ruba agli altri ragazzini così come ruba anche Homer visto come uno svogliato e sovrappeso lavoratore di una grigia centrale russa. Marge è una sboccata e litigiosa casalinga mentre Lisa suona il suo sassofono per strada, avvicinata minacciosamente da un paio di guardie che, probabilmente, le impediranno poi di raggiungere il divano nella scena finale della sigla. Niente da ridere ma tanto da riflettere riguardo alla consapevolezza, magari anche satirica, della situazione sociale nella Russia che è stata e che riflette la sua ombra minacciosa sulla situazione mondiale attuale.