Nella memoria collettiva resta scolpito il suo personaggio più famoso: John Gray invischiato in una relazione bollente con Elizabeth McGraw - Kim Basinger, nel film del 1986 Nove Settimane e mezzo. Mickey Rourke, divo hollywoodiano che ha 67 anni, sogno erotico di più generazioni di donne, irriconoscibile e assolutamente fuori controllo, ieri, domenica 15 settembre, era l'ospite di punta della prima puntata di Live Non è la D'Urso.

Tanti i momenti d'imbarazzo o comunque d'incertezza, se non altro perché l'ex pugile è andato a ruota libera: dall'attacco a Robert De Niro, fino all'improvviso insulto al presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, quando era giunto il momento di congedarsi dal pubblico.

Un divo 'scomodo' sul divano di Barbara D'Urso

Ieri sera, il debutto della seconda stagione del contenitore serale di Barbara D'Urso, spostato dal mercoledì alla domenica sera, vantava come ospite d'onore Mickey Rourke, proprio nel giorno del suo 67° compleanno. Il divo ha dato non pochi grattacapi alla conduttrice, che pure sa destraggersi nelle situazioni più insolite grazie alla lunga esperienza.

All'arrivo in studio, irriconoscibile per i tanti interventi di chirurgia estetica a cui si è sottoposto e per il naso deformato da una carriera pugilistica, Mickey sembrava un personaggio di uno dei suoi film, un antieroe problematico e dannato. Indossava un buffo cappello texano da cowboy a coprire i capelli bianchi, all'inizio grandi occhiali da sole scuri a nascondere lo sguardo, una maglia scollata su cui pendeva una catena con un grande crocefisso, una giacca di pelle su jeans.

Ha rivelato subito una natura incontenibile e logorroica. Appena si è accomodato sul divano bianco della padrona di casa, dopo che un filmato ha raccontato la sua carriera con circa 70 film all'attivo e una nomination all'Oscar come miglior attore per The Wrestler, ha cominciato a raccontare a ruota libera, probabilmente sconvolgendo la scaletta della conduttrice, aneddoti su Robert De Niro, divo che quando studiava da attore considerava un mito.

Gli capitò di incontrarlo la prima volta quando era sul set del film Angel Heart, Ascensore per l'inferno. Lui, giovanissimo, era la star del film, mentre De Niro era il coprotagonista. Appena lo vide, gli disse che era onorato di lavorare con lui. E invece, De Niro gli rispose in maniera fredda e scostante che era meglio se tra loro non parlassero: "Siamo solo attori di un film’.

Rourke ha raccontato che ci rimase malissimo, e fu ferito da quella frase, in quel momento gli cadde un mito. La D'Urso lo invitava alla sintesi, e invece Rourke si è soffermato sui dettagli utilizzando tutto il quarto d'ora a sua disposizione. Ha riferito che per lui la recitazione è come il pugilato, è competizione. Nel film c’era una scena in cui De Niro doveva stringergli la mano e lui gli chiese cosa facesse con la mano. De Niro fece fermare la scena e disse al regista di intervenire. Tra i due, essendo il più giovane, Mickey dovette accettare il fatto che De Niro non volesse parlargli. E così sul set, ogni volta che provava a parlargli, De Niro si rivolgeva al regista. Ma per via della sua vita difficile, quella di uno che veniva dalla strada, lo sfidò guardandolo in viso.

Lo stesso copione si è ripetuto a distanza di vent’anni quando il regista Martin Scorsese lo convocò per un film, un'occasione imperdibile per Rourke che era al verde. Nel cast c'erano anche Al Pacino e Robert De Niro. Addirittura, in quell'ultimo episodio, il divo italoamericano si rifiutò di di lavorare con lui, e così non se ne fece nulla. Rourke si arrabbiò più che altro perché aveva bisogno di soldi.

Dallo spogliarello all'insulto a Trump

Rourke stava continuando a parlare, tra momenti di commozione, del fatto che le uniche entrate che aveva erano quelle dei combattimenti di pugilato, quando la D'Urso gli ha preso la mano annunciandogli una sorpresa: la soubrette Aida Yespica ha riproposto lo spogliarello strafamoso che sulle note di 'You can leave your hat on' di Joe Cocker, Kim Basinger faceva nel film Nove settimane e mezzo.

Un momento assai gradito dall'interprete di pellicole quali Sin City e The Wrestler, che si è steso a terra, per poi andare incontro alla showgirl venezuelana e improvvisare un balletto. Tornato a sedersi, ha inviato un messaggio al figlio di una sua dipendente.

Al momento dei saluti alla fine dell'intervista, ha chiesto di poter dire qualcosa e, dopo aver riferito d'essere molto più felice in Europa che negli Stati Uniti, a sorpresa con tanto di inequivocabile gesto del dito medio a favore di telecamera, ha detto: "F**k Donald Trump", espressione che il traduttore simultaneo ha prontamente reso con l'italiano 'vai a quel paese Trump'. Momenti d'imbarazzo per Barbara D'Urso che ha commentato: "Ecco una cosa leggera per chiudere". E per poi concludere: "Domani ne parleranno sicuramente i giornali di tutto il mondo",