Sembra non esserci pace per Fabrizio Corona: l'ex re dei paparazzi, tornato a casa da pochi giorni dopo aver passato quasi un mese nel carcere di Monza. Molti quotidiani infatti, nella giornata di lunedì 19 aprile, hanno riferito che l'imprenditore catanese fosse stato di nuovo vittima di autolesionismo e che le ferite riportate avrebbe reso necessario l'intervento dei sanitari del 118 per soccorrerlo.

La notizia, trapelata con una diretta sulla sua pagina Instagram ufficiale a corredo, è però risultata essere non veritiera; il video sul social riportava infatti ciò che era accaduto il 12 marzo scorso quando il fotografo, dopo aver appreso la notizia del Tribunale di Sorveglianza meneghino di revoca dei domiciliari, aveva reagito in malo modo, provocandosi profonde ferite a un braccio tramite l'utilizzo di una penna.

A chiarire l'accaduto è stato l'ufficio stampa di Fabrizio tramite la pubblicazione di un post su Instagram in cui ha spiegato la vicenda.

Il post su Instagram

Nel post, rilasciato nel tardo pomeriggio di lunedì 19 aprile, i membri dell'ufficio stampa hanno chiarito che Fabrizio ''sta bene e oggi ha ripreso l'iter terapeutico interrotto prima di questo ultimo arresto.'' Inoltre, per quanto concerne il ''post odierno'', hanno spiegato che ''è riferito all'accaduto del giorno dell'arresto''.

Il messaggio si conclude con un'aspra critica nei confronti dei giornalisti, tacciati di ''cercare a tutti i costi il becero intrattenimento'' e di continuare, tramite il loro operato, a giocare ''con la vita e scelte sofferte di un uomo che in questo momento rappresenta la sofferenza di tante persone nelle stesse condizioni'

L'iter giuridico

Nel 2019 un team di esperti avevano diagnosticato a Corona la patologia psichica conosciuta come disturbo bipolare di personalità; in seguito a questo, gli avvocati difensori Ivano Chiesa e Antonella Calcaterra erano riusciti a ottenere dalla Corte di Milano il deferimento della reclusione carceraria in favore degli arresti domiciliari.

Saldare il debito nei confronti della giustizia tra le mura domestiche aiuterebbe infatti il fotografo a proseguire le cure psichiatriche di cui necessita e, nel contempo, a liberarlo dalla dipendenza dalla cocaina.

Gli episodi autolesionistici di cui è stato vittima nei mesi scorsi sembrano infatti rappresentare un chiaro segno del disagio mentale provato da Fabrizio e tale fattore lo renderebbe inabile al soggiorno in carcere.

L'avvocato Chiesa, dopo la reintegrazione degli arresti domiciliari, aveva dichiarato alla stampa che per il suo assistito ''Tornare in carcere è stato uno choc, voleva morire''.

Le sue parole erano state avvalorate dal disperato gesto che l'imprenditore aveva compiuto mentre si trovava proprio nella casa circondariale monzese e che lo avevano portato a ferirsi mordendosi un braccio.

Il lavoro della difesa non è però giunto al termine; onde evitare infatti un eventuale ritorno dietro le sbarre, i legali hanno deciso di presentare ricorso alla Cassazione che, nei prossimi mesi, dovrà ''decidere se annullare o meno la sospensione dei domiciliari'', così come dichiarato dallo storico legale.