Torna a rianimarsi una delle rivalità Rap più sentite degli ultimi anni in Italia, quella tra Luché e Capo Plaza, due artisti campani, 41 anni il primo e 22 il secondo. Già in passato, l'ex membro dei Co'Sang aveva rivelato al pubblico, prima tramite un passaggio del suo libro, poi con un vero e proprio dissing, tutta la sua disistima per il giovane collega.
Nel brano Denim Giappo, in cui Luché è ospite dell'amico Gué Pequeno, è infatti presente questo passaggio:
"Cosa fai? / Droppi l’album, cade l’hype / Pensare che a vent’anni hai dato già il meglio che hai / Che succede mo' che non sei più una novità?
La differenza tra me e te è che una leggenda non ha età".
Luché: 'A Napoli ha fatto 600 persone'
Le ultime dichiarazioni di Luché sono arrivate tramite un'intervista pubblicata oggi dal magazine GQ, che sta facendo molto rumore nel rap web italiano. Queste le sue parole:
"Quando ho scritto la mia parte del testo di Denim Giappo (la strofa include il dissing a Capo Plaza, ndr) era appena stata pubblicata un’intervista in cui Plaza sosteneva che gli unici due artisti rilevanti nella scena rap trap italiana fossero lui e Sfera Ebbasta. Stiamo parlando di una persona che a Napoli – se includiamo nel conto anche i vari ingressi omaggio – ha fatto seicento persone paganti. Stiamo parlando di un ragazzo che sui social ha un seguito costituito da milioni di bambini di nove e dieci anni.
[..] Sentita quell'intervista, ho sentito il bisogno di esprimere la mia opinione. La sua risposta via Instagram è stata "Ah, questi rapper italiani", come se lui facesse concerti al Madison Square Garden di New York".
Luché e le origini dello scontro: 'Snobbato da un ragazzino di 20 anni'
Nel corso dell'intervista, il rapper napoletano è anche tornato a parlare delle cause scatenanti del dissapore con il collega salernitano.
Le origini dello scontro però – almeno dal punto di vista di Luché – sono spiegate più nel dettaglio nel libro 'Potere', pubblicato nel 2019 contestualmente alla riedizione dell'album omonimo. Nel testo il rapper racconta di essersi sentito preso in giro da "un ragazzino di 20 anni".
I due, come raccontato nel libro, dopo essersi inizialmente scambiati reciproci attestati di stima artistica, avrebbero concordato una collaborazione, poi mai realizzata a causa dei continui rinvii e della scarsa partecipazione di Capo Plaza, almeno stando alla versione di Luché.
"Passava il tempo e non avevo notizie di Capo Plaza – spiega l'artista nel libro – cominciai a scrivergli, ma si faceva sentire massimo una volta al giorno, affermando ogni volta la stessa cosa, cioè che mi avrebbe presto mandato la strofa [..] Ciò che mi ha dato più fastidio, oltre a essere snobbato da un ragazzino di vent'anni, è il non aver ricevuto non solo le scuse, ma neanche un tentativo di chiarimento".