Tempi sempre più duri per le 'solite' compagnie di bandiera. Pressate dall'aggressività commerciale delle compagnie low cost e dalle lussuose linee aeree in mano agli emiri mediorientali, è sempre più difficile volare come si faceva solo qualche anno fa. Sono ancora in circolazione le immagini dei due manager Air France quasi linciati in Francia, in fuga con gli abiti strappati, dopo avere annunciato l'esubero di 2900 dipendenti. Considerando che Air France era in corsa per acquisire Alitalia, devastata dalla gestione Cimoli e compari, prima della scelta di partnership con Etihad, si può solo pensare di avere evitato un ulteriore affondamento della compagnia di bandiera italiana.
Gestione Cimoli di Alitalia
Si può solo definire criminale il periodo di presidenza Alitalia di Giancarlo Cimoli (2001-2007): i suoi brillanti risultati sono stati una perdita di 388 milioni di euro (con stipendio generosamente auto-maggiorato e buonuscita milionaria, dopo quella già auto-elargitasi quando era a capo delle Ferrovie dello Stato), che è stato condannato a settembre a quasi 9 anni di prigione. Il personaggio, ad oggi, conserva le seguenti tre alte onorificenze nazionali: Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana, Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica italiana, Cavaliere del Lavoro. Dispiace vedere un criminale ancora insignito al merito tre volte, quando ne è stata dimostrata l'indegnità, per cui si spera che tutti i titoli vengano ritirati, come è già successo ad un altro e più famoso Cavaliere...
L'assalto delle compagnie lowcost
Il capo di Norwegian Air, Bjorn Kjos, ha dichiarato che nel 2017 saranno rese operative le tratte a lungo raggio verso gli USA. Verranno utilizzati velivoli più piccoli, ma adatti a coprire le rotte transoceaniche e, soprattutto, in grado di atterrare in aeroporti più piccoli e meno importanti dei soliti.
Tale mossa ha già decretato il successo, in ambito europeo, di Ryanair ed Easyjet, perché ha consentito un drastico abbattimento delle tasse di scalo. La linea aerea norvegese non è la sola compagnia lowcost a muoversi: nei mesi scorsi l'islandese Wow Air aveva annunciato l'avvio in tempi stretti della linea Parigi-Boston, ad un costo di circa 90 dollari per tratta.
Qualcosa in pentola c'è anche in Eurowing, controllata da Lufthansa. Ciò che rende estremamente concreti i piani elaborati da Norwegian Air è che la compagnia disponegià di tutto l'occorrente, in termini di soldi da investire per costituire un aggressivo network di collegamenti transatlantici a prezzi da saldo e di aerei che già sono in suo possesso (in flotta sono presenti 100 Boeing 737 Max in grado di volare tra Europa e Stati Uniti). Mesi fa si era vociferato anche di un interesse Ryanair per il remunerativo fascio di rotte nordatlantico, ma il vettore irlandese si era dichiarato non ancora pronto, non certo a breve, forse perché impegnato a conquistare gli slots aeroportuali lasciati liberi a Malpensa, da altri vettori in ritirata.
Le tariffe che Bjorn Kjos ha in mente, partono da 69$ (60 euro) per tratta. Gli aeroporti, al momento candidati a fungere da base operativa per questa operazione, sono Edimburgo (ben collegato da Ryanair all'Italia) e Bergen. Il prezzo medio, per un viaggio di andata e ritorno negli USA, dovrebbe ammontare a 300 euro.