Nel cuore dell'Umbria, lungo la Cascata delle marmore, si è appena aperta la stagione autunnale del rafting con una conferenza sul tema, e i giornalisti convenuti sono stati "costretti" dalle intraprendenti guide del luogo a cimentarsi con questo sport. Chi non ha mai pensato di mettersi alla prova in una disciplina che i più considerano “estrema”, come lanciarsi in canotto giù per delle rapide? In realtà, come assicurano le guide della Cascata delle Marmore e i responsabili del Soccorso Alpino, tutti possono fare rafting. Basta saper nuotare, e volersi misurare con la novità di un esercizio poco familiare per chi si avvicina per la prima volta a quest’avventura.

Potremmo dilungarci per ore nel raccontare la magnificenza della natura del luogo (le mete italiane, si sa, non hanno nulla da invidiare ai viaggi internazionali), ma sappiamo di esser creduti se diciamo che una volta nella vita vale davvero la pena di tentare di poter vedere da vicino i particolari di questo posto. Esso è rimasto incontaminato nonostante la costante presenza millenaria dell’uomo. Questa cascata, infatti, è artificiale per come la conosciamo, ed è stata messa a punto dagli antichi Romani, che in fatto di acqua non si facevano insegnare proprio nulla da nessuno.

Pochi sanno che ancora oggi l'Italia attinge proprio da qui, dalla Cascata delle Marmore, l'80% dell'energia idroelettrica che impiega: è infatti la più alta d'Europa, consentendo di praticare il rafting di livello 4+.

Abbastanza spaventoso la prima volta, dato che la delegazione di giornalisti invitati a provarlo (prima o poi doveva succedere) ce l’ha fatta ma con preoccupazione. Verso la fine, bisogna dire, l’angoscia viene premiata e lascia spazio a risate liberatorie accompagnate (perché no?) da un po’ di soddisfazione. E quando tutto è ormai dietro le spalle – momento che all’inizio si spera che arrivi presto – si vorrebbe subito ricominciare.

E si scopre un luogo dove voler tornare sempre, e delle attività a cui si era troppo a lungo rinunciato. L’altro sport che tutta la troupe ha provato è il river walking, che soltanto dal 2016 viene praticato lungo la Cascata delle Marmore.

Si tratta di attraversare a piedi, e a tratti a nuoto, le cascate (quando la diga è chiusa e la portata d’acqua è minima), e questo è uno sport davvero accessibile a tutti, perfino a chi non sa nuotare: la muta di 5 mm aiuta a restare a galla nei tratti in cui bisogna affrontare dei piccoli attraversamenti a nuoto, la guida (la nostra si chiamava Davide) è sempre vicina al gruppo, tranquillizzando ognuno nei momenti di difficoltà e spiegando ogni cosa che bisogna fare.

“Ma chi non sa nuotare – obiettiamo dopo a Umberto Galli, maestro delle guide del posto – in genere ha paura dell’acqua, ed è questa la vera difficoltà che potrebbe incontrare”. Ci guarda risoluto: “Oppure, vincerà le sue paure”.