"Genova non è Roma o Firenze. Fa parte del suo charme".

Con queste parole il giornalista del New York Times Michael Frank, titola l'articolo dedicato alla "Superba" e pubblicato sul blasonato quotidiano americano il 25 aprile 2017. Nell'incipit del pezzo Frank va subito al nocciolo del problema: "Perché così poche persone visitano Genova?" si chiede.

La città

Se a Roma i turisti superano i 7 milioni l'anno e a Firenze ci si attesta sui 9 milioni, a Genova i numeri sono di gran lunga più bassi. Si parla di 2 milioni circa di visitatori annuali. Per dare una risposta al suo quesito il giornalista cita le parole di Mitchell Wolfson, fondatore della Galleria d'arte Moderna Wolfsoniana di Nervi (delegazione del levante genovese), che vive a Genova da ormai 50 anni.

"Una volta che hai Genova dentro non puoi più cancellarla" dice Wolfson "Genova ha un cuore e un'anima come nessun'altra".

Ed è proprio nella sua singolarità che sta la forza di Genova.

Le attrazioni

"Non c'è una lista di attrazioni predigerite, imperdibili" scrive Frank, ma anzi, la città "richiede che ognuno faccia uno sforzo per fare la propria esperienza che poi verrà ripagato".

L'autore evoca la sua "curiosa topografia", con la costa e le montagne alle spalle, con i suoi sali e scendi, le dozzine di funicolari e ascensori, come quello di Montegalletto, che ha la sua unicità nel fatto di procedere prima orizzontalmente per poi andare in verticale fino al Castello De Albertis.

Trova spazio anche Spianata di Castelletto, da dove si gode una vista spettacolare sul centro storico più antico d'Europa, costituito da un dedalo di vicoli stretti, dove spuntano antiche botteghe, ristoranti chic e taverne, dove gustare i cibi dell'antica tradizione genovese.

E ancora Via Garibaldi, con Palazzo Rosso e Palazzo Bianco che ospitano opere di Veronese e Van Dyck, e poi veri gioielli, come la Chiesa del Gesù, con l'altare di Rubens.

Non può mancare una visita al simbolo antico della città: la #Lanterna per poi passare a quello moderno: il Porto Antico, ridisegnato dall'archistar Renzo Piano, dove troviamo anche l'Acquario e il Museo Galata del Mare.

"Sto ancora scoprendo la mia città e dubito che riuscirò a conoscerla tutta prima di morire" dice Michela, un'amica genovese a Frank. Ci sono posti che restano ancora misteriosi e segreti anche per chi a Genova ci vive.

Il futuro

Sicuramente la città sta scoprendo la sua vocazione turistica e sta incrementando sempre di più il numero di visitatori.

In questo ultimo ponte pasquale le strutture ricettive hanno fatto registrare il tutto esaurito.

L'augurio per Genova è dunque che la città possa entrare nel circuito dei turisti come già accade per Roma, Firenze o Venezia, pur non assomigliandole per niente. E che la Superba, città dei primati, possa raggiungerne uno anche in fatto di numero di visitatori.

Per fare alcuni esempi: a Genova nacque la prima banca, Casa San Giorgio, nel 1407; la prima società di calcio: il Genoa C.F.C. 1893; diede i natali all'esploratore più famoso di tutti i tempi: Cristoforo Colombo .

E da buona genovese devo dare una tiratina d'orecchie al collega Michael Frank, che nel suo bellissimo articolo, ha dimenticato di ricordare che anche i famosi blu jeans pare siano stati inventati dai genovesi, che usavano il resistente tessuto per le vele delle loro navi già molti anni prima che l'americano Levi Strauss ritagliasse il resistentissimo tessuto per farne dei pantaloni adatti ai lavoratori delle miniere californiane.