Dall'Italia a Zanzibar sono circa 8 ore di volo. Questo se si opta per un charter diretto, con cui operano vari Tour Operator a prezzi più o meno ragionevoli. Se invece si scelgono compagnie di bandiera come l'Ethiopian Airlines, che fa scalo ad Addis Abeba e spesso anche a Dar Es Salaam, per raggiungere la perla d'Africa, l'isola che guarda la Tanzania, ci possono volere anche più di 15 ore. Ma non importa quanto tempo ci si impiega. Sarà comunque valsa la pena. Ma prima di lasciarci andare alla malinconia alcuni consigli pratici.

Consigli pratici

Zanzibar è visitabile tutto l'anno. Come tutte le zone monsoniche però sono da evitare i mesi delle grandi piogge che normalmente cominciano ad aprile e terminano a giugno. Considerando i cambiamenti climatici del nostro pianeta non è più molto preciso segnalare questi mesi. Senz'altro va ricordato che si tratta di un clima tropicale dove anche nei periodi migliori si può essere raggiunti da un acquazzone. Essendo un'isola, Zanzibar è ancora più imprevedibile, il vento spazza via velocemente le nuvole e il sole splende imperterrito. Ricordiamo che si trova sotto l'equatore quindi rispetto all'Europa le stagioni sono invertite.

Per questo mi sento di consigliarvi Zanzibar proprio adesso che per noi sta arrivando la stagione fredda, mentre sulle coste dell'isola della Tanzania sta per esplodere l'estate.

Nessuna fretta

L'aeroporto da qualche anno a questa parte ha fatto grandi progressi. Ricordo anni davvero drammatici in attesa del volo o all'arrivo. Ora il processo di ammissione al paese si è molto snellito. L'aeroporto è stato incrementato e dotato di sistemi elettronici moderni. Almeno una parte. Sì perché in ogni caso non state andando a Las Vegas.

Dovete essere pronti ad accogliere ed essere accolti da un luogo molto diverso da quelli cui siamo abituati. Non è solo questione di ricchezza o povertà. Ma di mentalità e ritmi di vita diversi. Ho visto gente innervosirsi e strepitare perché magari la hostess al check in non è veloce come quella di Milano Malpensa. Non siete a Milano, infatti.

Siete nell'isola magica di Zanzibar. Respirate e imparate a dire: AKUNA MATATA che, in lingua swahili significa "nessun problema".

Aiutare davvero: no al buonismo autogratificante

A Zanzibar si guarda il lato positivo delle cose. E non sarà raro incontrare persone che non hanno niente che sorridono. O bambini che giocano con un pallone fatto di stracci. Non sono certo qui a raccontare favole buoniste, ma è la verità. Per esempio anche se comprendo che lo spirito con cui si fanno le cose è caritatevole, non bisognerebbe dare caramelle ai bambini in spiaggia o altri regali, anche se scolastici. Il fatto di riuscire ad avere delle donazioni rimanendo a bighellonare sul lungomare non incentiva i bimbi ad andare a scuola e si rischia solo di contribuire al livello di analfabetismo del paese.

È invece molto utile e bello anche per i turisti portare direttamente alle scuole i materiali didattici, i vestiti o anche i giochi che si sono portati dall'Italia. Essendoci molti residenti italiani sull'isola, è facile anche contattarli per sapere dove e a chi donare senza rompere gli equilibri dei bambini.

Le Spiagge dell'Isola

Zanzibar è molto sottovalutata a livello di spiagge e bellezze naturali perché in realtà offre panorami per tutti i gusti. La zona a nord di Nungwi e Kendwa è caratterizzata da una marea più lieve e da spiagge lunghe, bianche da cartolina. La zona, infatti, da anni è una delle più popolate a livello turistico. A Nungwi i villaggi dei locali sono pressoché mescolati ai grandi hotel della costa.

Si passa dalle viette di terra con bancarelle colorate allo sfarzo di lussuosi bar affacciati sul mare. La zona che io amo di più è però la costa Est, quella che va da Kiwenga a Pwani Mchangani. Il colore dell'acqua del mare passa all'azzurro al blu cobalto. Le maree sono più accentuate ma si creano delle piccole piscine naturali dove potersi immergere anche quando l'acqua dell'oceano si è ritirata. In ogni caso durante il giorno l'alta e la bassa marea si alternano a distanza di circa 6 ore, quindi non accade mai di non poter nuotare. La zona è adatta anche agli amanti del kitesurf e degli sport acquatici. Molto vicino anche l'imbarco per la meravigliosa riserva naturale di Mnemba, un atollo dove potrete ammirare, se fortunati, delfini allo stato brado.

Anche la zona sud di Paje e Jambiani sta man mano prendendo vita a livello turistico. In ogni caso le strade sono migliorate molto negli ultimi anni, quindi potrete facilmente girare tutta l'isola. Io personalmente vi consiglio un soggiorno di almeno dieci giorni per godere appieno delle bellezze e del relax che l'isola regala.

Stone Town: la città di pietra

Non si può terminare l'articolo su Zanzibar senza accennare alla bellezza di Stone Town, la sua capitale, nonché patrimonio mondiale dell'Unesco. Stone Town è tutto ciò che vi aspettate dall'Africa, nel bene e nel male: mercati immensi di spezie, carni, pesce. Vicoletti dove perdersi tra i vari stili architettonici: quello arabo, quello coloniale e quello locale.

Alla fine tutte le strade portano al mare. Al porto vecchio credo di aver visto uno dei tramonti più belli della mia vita. Uno di quelli dove ti scendono le lacrime senza che tu neanche te ne accorga. Uno di quelli dove pensi a come doveva essere cento anni fa, o a quanto, in fondo, siano insignificanti tante cose per cui ci stressiamo. In quel momento sei in pace. E se ti fai catturare accade la magia. Da Zanzibar non torni più. Nemmeno quando rimetterai piede in ufficio o sul suolo italiano. Perché avrai imparato un linguaggio diverso. Ritrovato qualcosa di più primitivo e commovente. Qualcuno lo chiama Mal D'Africa...