Ogni giorno s'apprende di innocenti che purtroppo vengono uccisi nei conflitti a fuoco che si stanno compiendo in molte parti del mondo. Quella che raccontiamo oggi è denunciata dall'Unicef (Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia), associazione fondata nel '46 subito dopo la seconda guerra mondiale, oggi impegnata ad aiutare le piccole vittime di una guerra civile,che dal 2012 sembra proseguire incessantemente nel territorio della Siria lasciando sul campo decine di morti. In una sola settimana, denuncia l'Unicef, sono morti in Siria oltre 20 bambini innocenti, uccisi dagli attacchi aerei che continua a sferrare sulla città di Manbij contro l'Isis (divenuta nel gennaio 2014 roccaforte dello Stato Islamico), la coalizione tra Stati Uniti, Stati occidentali e arabi.

Intrappolati come topi

A 80 km a est di Aleppo, "secondo i partner del campo Onu", intere famiglie che vivevano nel villaggio di al- Tukhar, nei pressi della città di Manbij, erano in procinto di fuggire, quando all'improvviso si sono succeduti nuovi bombardamenti aerei che hanno compiuto una strage di bambini.Il peggio fra tutto questo è che a Manbij, secondo l'Unicef, ve ne sarebbero altri 35mila che non si riesce a mettere in salvo e rischiano di morire intrappolati come topi. Queste informazioni sono date dalla rappresentante Unicef Hanas Singer che denuncia, oltre ai precedenti fatti, il crudele assassinio di un ragazzo di 12 anni ad Aleppo e l'intensificarsi delle violenze nelle ultime sei settimane, dove oltre 2300 persone sarebbero rimaste uccise.

Il grido di aiuto umanitario

Questi drammatici episodi di guerra sono portati a conoscenza delle forze in conflitto contro l'Isis, alfine di evidenziare quello che sta accadendo e portare, entrambe le parti, al rispetto dei diritti umani e delle leggi internazionali messe in atto per proteggere e salvare i bambini. Con un ultimo grido di disperazione, la rappresentante Unicef 'Singer' prosegue: "Ogni sforzo deve portare a evitare la perdita di civili a prescindere dal luogo in cui si trovano o sotto quale giurisdizione vivono; niente può giustificare gli attacchi che stanno facendo strage di bambini e tutta la violenza contro di loro deve cessare immediatamente". La speranza è che l'appello Unicef fermi quest'altro genocidio, augurandoci non sia mai raccontato nella storia infamante delle guerre.