Il Centro di Accoglienza per richiedenti asilo più grande d'Europa era nella mani dei clan. Questo ha smascherato l'indagine condotta dalla direzione antimafia di Catanzaro: 68 esponenti del cosca Arena, operante a Crotone, sono finiti agli arresti. In manette anche il sacerdote del comune di Isola di Capo Rizzuto, dove si trova il Centro. Su 103 milioni di euro stanziati dall'Europa allo stato per far fronte all'emergenza migranti in provincia di Crotone, 36 sono finiti nelle mani del clan, con cui operavano anche don Edoardo Scordio e Leonardo Sacco, presidente questo della Confraternita delle Misericordie.

Calabria, la 'ndrangheta assalta i fondi UE per i migranti

Sono 68 le persone coinvolte nell'indagine capeggiata dal generale dei Cerabinieri del ROS Giuseppe Governale. La maggior parte dei soggetti faceva capo al clan 'ndranghetistico Arena, operante a Crotone. Anche don Scordio e il Presidente della Misericordia Sacco sono finiti agli arresti. L'accusa è quella di associazione mafiosa e reati finanziari. Grazie a Sacco i fondi UE venivano girati ai clan, i quali gestivano non solo il centro di Capo Rizzuto, ma controllavano anche quello di Lampedusa. Un affare di 30 milioni di euro, finiti nelle mani della Misericordia e girati ai clan calabresi. Il sacerdote del paese, don Scordio, avrebbe stretto accordi con Sacco per accaparrarsi tutti i subappalti di catering e altri servizi nel centro.

Sacerdote stringe accordi con la 'ndrangheta

Secondo l'indagine, una buona parte dei fondi UE stanziati per i migranti alla Misericordia venivano girati da questa ai clan della 'ndrangheta. Don Scordio, gestore occulto della confraternita religiosa, riceveva in questo modo ingenti somme di denaro adibite ai servizi nel centro.

132 milioni di euro ha ricevuto il prete solo nel corso del 2007, soldi che invece di essere impiegati nei servizi per l'emergenza migranti, venivano intascati dal prete e girati ai clan. Un affare di sfruttamento dei fondi pubblici distribuiti alle cosche sotto l'opera del sacerdote, con la complicità di Sacco, presidente della Confraternita della Misericordia.

Truffa coperta anche grazie a politici locali

Quest'ultimo è riuscito a mascherare per diversi anni l'opera illecita, stringendo amicizie con famosi politici della zona. Le accuse scaturite dall'indagine nei confronti dei clan e dei due soggetti di chiesa sono associazione mafiosa, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e malversazione ai danni dello Stato. Un accordo fra 'ndrangheta, Sacerdote e presidente della Misericordia per gestire in modo illecito i fondi UE stanziati per l'emergenza migranti in Calabria, dove opera il Centro di accoglienza più grande d'Europa.