La delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo ieri ci ha aggiornato sulle decisioni dell'Europa in merito agli aiuti per il Terremoto, e sembra che le notizie siano tutt'altro che buone. Secondo gli esponenti pentastellati, alcuni paesi Nord europei starebbero tenendo in stallo la proposta alla commissione Ue per i fondi italiani. La proposta prevede una modifica sui fondi per le politiche di coesione, la quale potrebbe permettere all'Italia di utilizzare il 100% del Fesr per ricostruire le regioni distrutte dal sisma. Il Fesr racchiude i fondi europei per lo sviluppo delle regioni e se incanalato nella ricostruzione potrebbe segnare una svolta negli interventi di ripristino post terremoto.

Ma a Bruxelles, durante la riunione di tutti gli ambasciatori Ue, cioè la Coreper, la Germania ha preteso che anche l'Italia debba partecipare con una quota alla somma destinata al Fondo. La richiesta è stata spalleggiata da Olanda, Regno Unito, Svezia, Austria, Danimarca e Finlandia. La quota di cofinanziamento nazionale era stata richiesta dai suddetti paesi già all'inizio di marzo. Secondo Rosa D'Amato, portavoce M5S al Parlamento Eu e mebro della commissione per lo sviluppo regionale, lo stallo provocato da questi paesi avrà come effetto quello di cancellare l'accordo già previsto per il 18 di maggio. Il ritardo inevitabile sull'approvazione della modifica sui fondi rimanderà la decisione finale a dopo l'estate, procrastinando ulteriormente la ricostruzione dei paesi terremotati.

I fondi erano stati già negati per la proposta Padoan

Pier Carlo Padoan, ministro dell'Economia, aveva richiesto di usare i fondi Eu per il cuneo fiscale, chiedeva cioè di spostare quelle risorse sul taglio del costo del lavoro, ma la sua proposta era stata bocciata dalla Commissione europea. La stima dell'importo necessario si aggira sui 10 miliardi di euro e si sperava che le risorse provenienti dall'Ue potessero essere reindirizzate a quello scopo.

L'Ue ha dichiarato che i fondi della politica di coesione sono tesi al finanziamento di nuovi progetti per lo sviluppo e non per coprire la riduzione di imposte. Ora anche la proposta di indirizzarli alla ricostruzione è stata boicottata e per il momento non possiamo fare affidamento su quegli aiuti.