L'emergenza sanitaria determinata dalla pandemia di Covid-19 sta mettendo in seria difficoltà tutti i paesi del Mondo. Il New York Times ha affrontato la tematica da un punto di vista originale cercando di individuare quale sia il paese che sta ottenendo i risultati migliori nel contenimento del virus e domandandosi se le pratiche risultate più efficaci possono essere riprodotte dagli altri.

Ad oggi la Corea del Sud risulta il paese che è riuscito a gestire meglio di tutti l'emergenza sanitaria e il quotidiano americano ha provato a riassumere le caratteristiche fondamentali che hanno determinato il successo della sua strategia.

Si tratta di indicazioni molto importanti poiché dimostrano che è possibile arginare la diffusione del virus senza mettere sotto pressione i sistemi sanitari e, al contempo, evitando il blocco draconiano applicato in Cina quando il Covid-19 era ormai fuori controllo.

I numeri della Corea nel contrasto al Covid-19

Tra la fine di febbraio e gli inizi di marzo, il numero di nuove infezioni in Corea era cresciuto da poche decine, ad alcune centinaia e poi a diverse migliaia.

Il picco si è avuto quando sono stati rilevati in un solo giorno 909 nuovi casi.

Quando il paese sembrava sul punto di essere travolto dalla diffusione esponenziale del virus, la tendenza si è di colpo invertita e l'andamento dei contagi è diminuito con una velocità analoga a quella registrata quando è cresciuto. Appena una settimana dopo il picco del 29 febbraio, il numero dei nuovi casi si è dimezzato.

In quattro giorni, si è ridotto ancora della metà e poi ancora dello stesso ammontare il giorno dopo. Domenica scorsa, la Corea del Sud ha registrato solo 64 nuovi casi, il numero minimo in quasi un mese.

Per rendere l'idea si può considerare che ad oggi le infezioni negli altri Paesi continuano a salire a migliaia ogni giorno, devastando i sistemi sanitari e le economie nazionali.

L'Italia registra diverse centinaia di morti al giorno, mentre la Corea del Sud non ne ha mai avuti più di otto in un solo giorno.

Gli elementi chiave della strategia

Secondo la sintesi elaborata dal New York Times le chiavi del successo nel contenimento del Covid-19 sono essenzialmente quattro.

La prima è l'intervento precoce, prima che la diffusione del contagio sia troppo estesa. La seconda è una politica massiva di test, in linea con quanto realizzato anche dal team del professor Andrea Crisanti, per contenere ed estinguere il focolaio di Vo Euganeo.

La terza determinante del successo della strategia sudcoreana è costituita da una intensa attività di tracciamento dei contatti dei soggetti contagiati unita all'isolamento e alla sorveglianza capillare.

La quarta chiave è costituita dal coinvolgimento collaborativo della popolazione basato su un rapporto di fiducia nei confronti delle istituzioni e su un quadro costante di trasparenza e informazione aggiornata.

Replicabilità della strategia contro il Covid-19 della Corea del sud

Chiarita quale sia la strategia migliore da seguire, rimane il problema di considerare se le misure poste in essere con successo in Corea siano replicabili negli altri paesi. In linea teorica, i metodi e gli strumenti di contenimento applicati non risultano particolarmente costosi né di difficile realizzazione.

Come ribadito anche dal prof Fabio Sabatini sui social network, i tre principali ostacoli all'implementazione della strategia sudcoreana riguardano la volontà politica, la collaborazione del pubblico e, soprattutto, il tempo.

Molti governi hanno atteso che la crisi diventasse particolarmente grave prima di prendere sul serio la minaccia e, di conseguenza, si è perso tempo prezioso che avrebbe potuto salvare vite umane.

La collaborazione del pubblico è resa più difficile dalla minore fiducia dei cittadini nelle istituzioni che si registra nelle democrazie occidentali anche a causa dell'affermarsi di forze populiste.

Ma il nodo più importante è il tempo: il grado di diffusione del contagio nei paesi occidentali, specie in Italia, non lascia spazio per ulteriori esitazioni o passi falsi che si tradurrebbero necessariamente in un prezzo molto elevato in termini di vite umane.