Mentre mancano pochi giorni alla conclusione dell'aumento di capitale di Montepaschi e le probabilità che rimanga un intervento solo di mercato si riducono (ultima criticità i dubbi di Quaestio sul prestito ponte), il governo ha predisposto un intervento da 20 miliardi per sostenere gli istituti di credito in difficoltà.

La proposta, approvata dal Consiglio dei Ministri il 19 dicembre e presentata in Parlamento, di fronte alle commissioni bilancio di Camera e Senato prevede un'innalzamento del debito a valere sull'anno 2017.

Una misura precauzionale

In considerazione delle operazioni in essere su Montepaschi, dal governo si è tenuto a precisare che si tratta di una misura puramente precauzionale volta a predisporre una dotazione da utilizzare in caso di necessità.

Una quota fino a 15 miliardi, sarebbe destinata ad interventi di rafforzamento patrimoniale per istituti in difficoltà (e il primo banco di prova potrebbe essere appunto l'istituto senese) mentre altri 5 potrebbero essere impiegati per operazioni di garanzia a sostegno di eventuali problemi di liquidità per gli stessi istituti.

Il passaggio dalle Camere

Sante il vincolo costituzionale al pareggio di bilancio, è necessario che le modifiche alle previsioni vengano approvate dal parlamento a maggioranza assoluta.

La misura, secondo i chiarimenti forniti da gentiloni e Padoan, avrebbe un carattere eccezionale e quindi dovrebbe impattare direttamente sullo stock di debito senza incidere sul percorso di aggiustamento del deficit.

Una misura controversa e forse tardiva

L' intervento del governo arriva quasi fuori tempo massimo, con riferimento al soggetto che con ogni probabilità potrebbe avere il maggior bisogno di supporto: il Monte dei Paschi di Siena.

Da più parti è stato evidenziato che forse, una apertura e un intervento più incisivo da parte del governo precedente, che da tempo era a lavoro su questo progetto, avrebbe forse evitato di arrivare così vicino alla scadenza dell'aumento di Capitale con un elevato rischio di insuccesso.