Non c'è unione di vedute tra Anief e Miur; nemmeno sembra concretizzabile una possibilità di mediazione tra l'annuncio del sindacato di far partire nel breve una raffica di ricorsi e la sicurezza ostentata dai tecnici del Ministero, secondo i quali la prova si può considerare regolare. La discussione sarebbe originata dall'imprecisione di alcuni dei quesiti utilizzati all'interno dei test e posti all'attenzione degli esaminandi. Il test di preselezione dovrebbe appurare la preparazione dei futuri insegnanti, ma se fossero confermate numerose inesattezze si potrebbe invalidare l'esito generale della prova.

A questo timore, espresso da alcuni candidati tramite il sindacato, ha risposto il Ministero offrendo dati molto precisi. Ciò che resta da comprendere è quindi il peso di quanto è emerso rispetto all'attendibilità della prova.

I dati forniti dall'Anief sulle imprecisioni delle prove

L'Anief afferma di aver ricevuto oltre 500 segnalazioni sulla presenza di domande potenzialmente errate, dalle quali si confermerebbero che almeno 63 requisiti risulterebbero erronei o comunque troppo ambigui per offrire una certezza di attendibilità. Se fosse confermato il numero delle domande da invalidare, si tratterebbe di un dato sicuramente rilevante e che potrebbe portare anche a conseguenze legali. Prendendo spunto da questo fatto, il sindacato ritiene opportuna l'apertura di un'inchiesta, in grado di rilevare l'effettiva affidabilità delle prove utilizzate per la selezione dei candidati.

Per il Miur le prove si sono svolte regolarmente

Non si è fatta attendere la risposta dei tecnici del Ministero, che hanno ammesso dei vizi in alcuni quesiti, sottolineando però che la loro incidenza è stata talmente bassa da garantire la regolarità delle selezioni. Per il Miur, le domande erronee sono quattordici. Tra queste, vi sono casi in cui tutte le risposte sono state giudicate come valide, mentre per altre solo due risposte su quattro potevano risultare attendibili.

Questa precisazione confermerebbe come appena l'1% dei quesiti risultava poco attendibile, confermando pertanto l'attendibilità dei test. Un numero sicuramente basso, ma che potrebbe comunque portare a un certo numero di rivendicazioni presso il Tar del Lazio. L'Anief chiama i delusi a raccolta: per le adesioni ai ricorsi collettivi, c'è tempo fino al 22 agosto.