Non accenna ad esaurirsi il dibattito in tema di previdenza e riforma pensioni 2014-2015: gli ultimi giorni hanno registrato il riaffiorare del caso dei Quota 96, con la sentenza di Salerno che ha concesso il diritto al pensionamento immediato a 42 docenti e l’emendamento presentato da SEL ad aver scosso brutalmente l’intero asset politico italiano. Si perché adesso Renzi non potrà più esimersi dal trattare una vicenda che come sottolineato dalla stessa Manuela Ghizzoni, ‘non può essere lasciata in mano ai tribunali’. Restando sempre in tema di riforma Pensioni 2014-2015 ma cambiando argomento, continuano ad affiorare ipotesi in merito ad una possibile rivisitazione della pensione anticipata: lo scenario più probabile rimane l’istituzione di una Mini-Pensione, se non altro perché si tratta di una misura che viene ciclicamente riproposta e in merito alla quale le forze politiche paiono concordi.

Renzi è però chiamato ad affrontare anche un’altra questione connessa a previdenza e riforma pensioni 2014-2015, ovvero sia l’andamento negativo del PIL che rischia di incidere sugli assegni pensionistici degli italiani. Sarebbe un’autentica mazzata per un paese dove le pensioni minime sono tra le più basse d’Europa e dove la gran parte dei lavoratori sconta già pesanti decurtazioni a causa delle penalizzazioni previste per l’accesso alla pensione anticipata.

Riforma pensioni 2014-2015, pensione anticipata, Quota 96 e Mini-Pensione: Renzi e l’andamento del PIL – Impossibile non intervenire

Come abbiamo avuto modo di sottolineare spesso nel corso di precedenti contributi, all’indomani del sostanziale nulla di fatto registrato a margine della Legge di Stabilità, il dibattito riferito a previdenza e riforma pensioni 2014-2015 è tornato più acceso che mai. Negli ultimi giorni è riaffiorato il caso dei Quota 96, che adesso, sulla scia della sentenza di Salerno, potrebbero decidere di inviare una diffida direttamente al Premier Renzi: la categoria chiede in particolare che quanto deciso a proposito dei 42 docenti ricorrenti venga esteso a tutti gli altri, una misura che certo non sarà di facile attuazione ma che nella sostanza sarebbe equa dato che la sentenza stessa non ha fatto altro che bocciare nettamente la Legge Fornero. Importante anche l’emendamento presentato dal deputato di SEL Giorgio Airaudo, che vorrebbe un pensionamento ufficiale a partire dalla prima finestra utile (settembre 2015); staremo a vedere, vi terremo aggiornati sulla vicenda.



Restando sempre a riforma pensioni 2014-2015 e previdenza bisogna poi dar conto della prosecuzione del dibattito in vista di un riassetto della pensione anticipata: la configurazione di Quota 100 come soglia di accesso rimane sempre plausibile, ma nelle ultime ore sembra aver guadagnato terreno l’ipotesi di istituzione di una Mini-Pensione appannaggio di chi accetti di abbandonare in anticipo l’impiego: figlio della manovra ideata dall’ex ministro Giovannini, il provvedimento potrebbe andare in porto anche perché sarebbe a costo zero per le casse statali. Gli unici a rimetterci sarebbero i lavoratori, chiamati a rendere quanto ricevuto in prestito anche se si tratta di danaro che gli appartiene perché versato in una vita di contributi. A proposito di danaro e conti pubblici, in questi giorni Renzi è chiamato a valutare un’altra delicata questione: l'andamento negativo del PIL rischia infatti di innescare una diminuzione della capitalizzazione dei montanti contributivi, cosa che potrebbe tradursi in assegni previdenziali più bassi del 10-15%. Non esitiamo a definire apocalittico uno scenario del genere, anche e soprattutto perché le pensioni minime italiane sono tra le più basse d’Europa: la scorsa settimana il ministro Boschi ha confermato che fino al 2016 non sarà possibile lavorare ad un incremento delle stesse, ecco che ulteriori decrementi assumerebbero i contorni di una mazzata. Staremo a vedere, cliccate il tasto ‘Segui’ poco sotto il titolo del pezzo per continuare a rimanere aggiornati.