La riforma della scuola da attuare con il decreto che verrà discusso nel Consiglio dei ministri il 27 febbraio è ancora in fase di definizione, ma l'obiettivo è quello di riportare la Scuola al centro della rinascita italiana, così come promesso dal Premier, Matteo Renzi.
Il primo passo della riorganizzazione sarà l'assunzione dei 120-140 mila docenti precari prevista entro settembre 2015, con l'inizio del nuovo anno scolastico: si pescherà nelle Graduatorie ad esaurimento (Gae), 88 mila saranno ex supplenti in graduatoria che andranno a coprire i ruoli vacanti, mentre i restanti 60 mila saranno destinati alle nuove materie a tempo pieno, garantendo le compresenze.
Passando ai fondi, per il 2015 la scuola avrà 1 miliardo di euro in più, 3 miliardi a partire dall'anno prossimo. A partire dal 2016, inoltre, si introdurrà un meccanismo per donare il 5 per mille all'edilizia scolastica. Ogni genitore o cittadino potrà indicare, nella dichiarazione dei redditi, la singola scuola che ne beneficerà.
Nel 2014 sono stati spesi 876 milioni di euro per coprire le supplenze annuali. Dal 2016 si assumerà solo tramite concorsi pubblici e, grazie alla riforma della scuola, ci sarà il 10% in più degli insegnanti stabili. Ai nastri di partenza gli scatti di merito: 60 euro netti ogni tre anni, secondo le prime simulazioni. Ma questi dovrebbero toccare solo ai due terzi (o al 66%) degli insegnanti.
Saranno, invece, ridimensionati gli scatti di anzianità, mentre il test di valutazione per i docenti lo faranno gli studenti attraverso un questionario.
Riforma scuola: didattica, materie ed Educazione civica
Per quanto riguarda le materie, è prevista la reintroduzione di un'ora di Economia e diritto, la vecchia Educazione civica, in terza e quarta superiore, nei licei e negli istituti tecnici.
Ma in classe si porterà più Musica, Arte, Sport e Lingue straniere. Stop all'acquisto di lavagne multimediali, serviranno, invece, più Wi-Fi, tablet ed insegnanti preparati ad insegnare ed utilizzare le nuove tecnologie. Ogni scuola, dunque, potrà decidere in autonomia come diventare 2.0.