L'articolo 6 del disegno di legge sulla Buona scuola del Governo Renzi, così come emendato dalla Commissione Cultura della Camera dei Deputati sabato scorso, prevede che dal 1° settembre 2016 sparirà il diritto del docente ad avere una sede di titolarità. I nomi dei docenti saranno inseriti in elenchi, i cosiddetti albi, che avranno un'estensione territoriale superiore a quello che è attualmente l'ambito provinciale. E, dunque, potranno fare domanda di trasferimento spostandosi da un albo ad un altro ma non potranno indicare la sede come avviene oggi.

Solo per il prossimo anno scolastico, il 2015-2016, gli albi avranno ancora i confini provinciali: dal successivo, infatti, ed entro il 31 marzo del 2016, gli uffici territoriali dovranno ridisegnarli seguendo le indicazioni fornite dall'amministrazione centrale.

Riforma scuola, dall'a.s. 2016-2017 gli albi potranno superare i confini provinciali: addio titolarità della sede dei prof

Dunque, secondo l'articolo 6 del Ddl Scuola, gli albi non dovranno avere necessariamente l'estensione territoriale corrispondente alla superficie provinciale. L'inclusione di un territorio più ampio dipenderà da numerosi fattori che saranno, nell'ordine:

  • caratteristiche del territorio
  • specificità endogene del territorio, delle comunità montane, delle piccole isole
  • presenza di scuole nelle carceri
  • ulteriori particolari situazioni

Se il disegno di legge dovesse diventare legge la diretta conseguenza sarebbe quella della cancellazione del diritto di titolarità di sede e la subordinazione dei prof alla mobilità obbligatoria su tutto il territorio dell'albo.

A maggior ragione per il fatto che, come è riportato nell'articolo 6, "la mobilità professionale e territoriale degli insegnanti opera tra gli ambiti territoriali".

Pertanto, fino al momento in cui gli insegnanti dovessero rinunciare a presentare domanda di trasferimento, conserveranno il diritto a rimanere nella scuola dove al momento sono titolari di sede.

A meno che non diventino soprannumerari, situazione che li reinserirebbe di nuovo negli albi territoriali. E, di conseguenza, rientrerebbero nuovamente nelle scelte dei presidi che conferirebbe loro gli incarichi triennali.

Insomma la riforma riguarderà tutti, anche i docenti con più anni alle spalle: il sistema attuale del punteggio e della trasparenza sarà sostituito da quello basato sul libero arbitrio dei presidi e la possibilità di essere trasferiti in una scuola più vicina a casa dipenderà dal gradimento del dirigente scolastico della scuola di destinazione.