Continuano i grossi problemi legati all'organizzazione del prossimo concorso a cattedra ed è ormai evidente come il governo se ne uscirà con le ossa rotte, viste le accesissime polemiche riguardanti, in primis, i compensi dei Presidenti delle commissioni e quelli dei commissari. La 'scandalosa' paga oraria pari a poco più di un euro è finita sulle prime pagine di tutti i giornali ma anche la radio e la televisione hanno dato ampio risalto alla vicenda. Tant'è che, inevitabilmente, il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi è dovuto intervenire in prima persona, promettendo un aumento dei compensi in quanto 'non è giusto' che si venga pagati così poco per un compito importante come quello di scegliere gli insegnanti del prossimo futuro della Scuola pubblica italiana.
Ultime news scuola, venerdì 15 aprile 2016: emendamento aumento compensi 'incastrato' in Senato?
A questo proposito, l'emendamento al testo della legge di conversione del Decreto N. 42 del 29/3 è stato presentato in Senato ma, tanto per cambiare, potrebbero sorgere dei problemi in merito alla sua ammissibilità. Infatti, il decreto riguarda esclusivamente due temi, ovvero la stabilizzazione della Scuola sperimentale 'Gran Sasso Science Institute' e il rifinanziamento del progetto 'Scuole belle': l'onorevole Andrea Marcucci, presidente della Commissione, ha portato, però, all'attenzione il fatto gli emendamenti devono essere attinenti alla materia del decreto legge ed è necessario, quindi, che presentino degli elementi di omogeneità.
Dunque, la decisione di ammettere o meno l'emendamento che darebbe il via libera all'aumento dei compensi di commissari e Presidenti al prossimo concorso, dovrebbe dipendere dal regolamento delle Camere.
Chi pagherà l'aumento dei compensi alle commissioni?
Le maggiori risorse economiche dovrebbero essere state quantificate in 3 milioni di euro che andranno ad essere prelevati dal fondo di funzionamento delle scuole.
Ciò che appare evidente è che, anche in questo caso, ci troviamo di fronte alla classica 'coperta corta': infatti, se i fondi a disposizione delle scuole non saranno sufficienti, gli istituti saranno costretti a rivolgersi alle famiglie, attraverso i contributi volontari (spesso 'obbligatori'...). Molto probabilmente, quindi, saranno le famiglie italiane a dover pagare i compensi spettanti alle commissioni ma, come al solito, i 'meriti' verranno attribuiti al governo.