Prosegue l'infuocata discussione intorno alle modifiche da attuare alla Riforma Pensioni ed in particolare al centro del dibattito resta la misura a favore della pensione anticipata da poco approvata dal Governo, il riferimento è ovviamente al decreto firmato da Poletti che ha dato il via libera al part time agevolato. Misura che non solo non ha convinto per nulla i lavoratori precoci, ma che pare aver convinto poco anche Cesare Damiano e molti altri esponenti politici, tra questi critico è parso anche Roberto Simonetti. L'onorevole leghista, che ci ha gentilmente concesso questa intervista esclusiva, ritiene che il part time nulla c'entri con la flessibilità in uscita e che la soluzione migliore resti la quota 100 soprattutto per i precoci.

Simonetti, il Part time misura poco efficace, serve quota 100

Il ministro Poletti ha firmato il decreto che dà il via al part time agevolato, cosa ne pensa di questa misura? Servirà per 'svecchiare' le fabbriche?

Il part-time agevolato ocosiddetto invecchiamento attivo è riferito all’ art.1, comma 284 legge 208/2015 (Legge di Stabilità2016) e riconosce ai lavoratori dipendenti che maturano i requisiti pensionistici entro il 31 dicembre 2018 la possibilità di trasformare il contratto di lavoro a tempo indeterminato in part-time, con una riduzione dell'orario di lavoro compresa tra il 40% ed il 60%, ottenendo mensilmente dal datore di lavoro una somma corrispondente alla contribuzione previdenziale a fini pensionistici a carico del datore di lavoro relativa alla prestazione lavorativa non effettuata.

E' previsto il riconoscimento della contribuzione figurativa a carico della finanza pubblica. E’ però una misura poco efficace per non dire nulla in termini di "svecchiamento delle fabbriche" e di "crescita dell'occupazione giovanile", perché -in generale- è assodato che in termini di costo del lavoro ad un'azienda due part-time costano di più che un tempo indeterminato (perciò non è detto che al datore di lavoro convenga concederlo pur se richiesto, dal momento che la norma di legge prevede che sia concordato tra entrambi) e sia perché nello specifico tale misura fa ricadere sul datore di lavoro il costo della somma della contribuzione pensionistica relativa alla prestazione lavorativa non effettuata.

-Damiano, critico nei confronti di Poletti, stamane a Coffee Break ha detto che il part time agevolato é solo un'allusione alla flessibilità in uscita, ma nulla c'entra con essa. Si trova in linea o meno con tale affermazione?

Si, mi trovo a dover concordare con il Presidente Damiano. Poletti continua a ripetere oramai non so più da quanto che la legge Fornero sulle pensioni va cambiata, ammettendo che "abbiamo un problema sociale di tipo evidente" .

Perciò il Ministro è ben consapevole che la cosiddetta "flessibilità in uscita" è tutt’altra cosa dal part-time agevolato. La prima, sulla quale sia la Lega che Damiano hanno presentato la propria proposta di "quota 100" (noi però non prevediamo penalizzazione perché riteniamo che dopo 40 anni di lavoro la pensione deve essere un diritto e partiamo da un'età anagrafica di 58 anni per tutelare anche i lavoratori precoci), è un intervento di attenuazione delle rigide regole imposte dalla legge Fornero, che innalzando repentinamente i requisiti pensionistici ha "bloccato" il mercato del lavoro.