Continua ad essere giocata su molteplici fronti la sfida della riforma pensionistica. Dalla flessibilità alle misure di intervento in favore dei lavoratori che vivono una situazione di disagio, i nodi da sciogliere restano molti e non è ancora chiaro se il possibile accordo tra Governo e sindacati sarà davvero in grado di trovare un compromesso ritenuto accettabile dai lavoratori. L'ultimo possibile intervento discussoin ordine di tempo, ma non per questo meno importante, è quello di un nuovo allargamento della no tax area in favore dei pensionatiche percepiscono redditi bassi.
Una misura che potrebbe essere affiancata anche da una revisione dei meccanismi di adeguamento all'inflazione già decisi dall'esecutivo lo scorso anno e sui quali dovrà tornare ad esprimersi nei prossimi giorni la Corte Costituzionale. Resta il fatto che l'ultimo confronto avvenuto ieri tra il Ministro del lavoro Poletti e i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil ha rimandato il redde rationem ai prossimi incontri. Un fatto dimostrato anche delle scarse dichiarazioni rilasciate dagli interessati ad incontro concluso.
Riforma pensioni e no tax area: le novità sul possibile intervento
Stante la situazione, le prime indiscrezioni giornalistiche su di un possibile intervento riguardante la no tax area prevede l'allargamento dell'area di esenzione fiscale per i redditi più bassi.
Ricordiamo che attualmente l'esenzioneè fissata ad 8000 € l'anno, ma solo per coloro che hanno già compiuto i 75 anni di età. Sarebbe invece rimasta al di fuori delle discussioni una possibile modificaa sostegno dei redditi di chi risulta irpef esente: si tratta del noto "bonus da 80 euro" destinato ai pensionati. Il limite dei redditi rappresentainfatti un importante spartiacque, visto che eventuali agevolazioni fiscali non possono essere fruite da chi risulta incapiente rispetto al versamento dell'imposta sui redditi.
Flessibilità pensionistica e APE: cresce l'attesa dei lavoratori
Altro fronte caldo rimasto finora lacunoso di dettagliè quello del cosiddetto anticipo pensionistico(conosciuto alla cronaca anche con l'acronimoAPE). Oltre ai meccanismi tecnici sottostanti l'avvio della riforma, basati sul ricorso almercato privato del credito, a preoccupare i lavoratori vi sarebbe anche l'effettivo impegno nei confronti dei pensionandi che vivono situazioni più critiche.
Tra i più colpiti dalla manovra Fornero restano infatti i lavoratori precoci, che chiedono di poter ottenere l'accesso alla quiescenza una volta raggiunti i 41 anni di contribuzione, senza ulteriore penalità. Ma dubbi sussistono anche sull'effettiva platea destinataria dell'APE, individuata nei nati dal 1951 al '53. I lavoratori chiedono invece un'estensione delle agevolazioni per almeno una ulteriore annualità (includendo quindi i nati nel '54), oltre a misure che non contemplino mediatori diversi dall'Inps.
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