Mentre si accendono le discussioni sulla flessibilità previdenziale proseguono parallelamente le rivendicazioni dei lavoratori esodatirimasti ancora esclusi dalle tutele di welfare nonostante le sette salvaguardie parlamentari già approvate. Oggi aggiorniamo i lettori della nostra rubrica intervistando Francesco Flore, Portavoce della Rete dei Comitati degli Esodati.

Facciamo prima di tutto il punto della situazione in merito ai lavoratori rimasti esclusi dalle precedenti salvaguardie. Qual è il numero esatto delle persone che restano ancora in attesa di un provvedimento di tutela?

E’ il Governo che ha certificato al Parlamento, rispondendo a due precise interrogazioni parlamentari, che gli “esodati” esclusi sono 34.000. Si tratta di 34.000 famiglie rimaste, da ben prima del 2011, senza alcun reddito e senza la pensione con seri e gravi problemi di sopravvivenza. Una chiara e vera emergenza sociale.

Nelle scorse settimane avete inviato una lettera al Ministro Poletti per chiedere di velocizzare l'avvio dell'8va e definitiva salvaguardia. Qual è il riscontro ottenuto finora e quali sono le aspettative per i prossimi mesi?

Negli ultimi 4 mesi abbiamo rivolto a Poletti, ma anche al Presidente Renzi ed a Padoan, numerosi appelli senza ricevere alcunriscontro ed è proprio per questo che il 23 saremo in tanti davanti al Ministero per pretendere risposte chiare..

e non ci fermeremo al 23.

In merito al presidiofissato per il prossimo 23 giugno 2016, potrebbe raccontarci di cosa si tratta?

Ripeto, saremo in tanti a gridare a gran voce che il Governo non ha più alcun alibi per non approvare immediatamente un ottavo provvedimento di salvaguardia per tutti gli esclusi. Ci sono i numeri certi (34.000) c’è la volontà politica del Parlamento vista la proposta di legge depositata alla Camera (la n.

A.C. 3892) per l’Ottava salvaguardia, abbiamo i risparmi certi delle prime 7 e basta verificare il Report pubblicato ieri dall’INPS dal quale si evince chiaramente che avremo, minimo, 34.439 posti ancora disponibili e già finanziati. Infatti noi non chiediamo alcun euro di nuovi stanziamenti per gli “esodati” ma il pieno utilizzo degli 11,6 miliardi già stanziati per loro.

Il Governo deve solo e subito:

  1. a) chiudere la contabilità dei 7 provvedimenti di salvaguardia e certificarne i risparmi con la prevista (dalla L. 228/2012) Conferenza dei servizi da convocarsi immediatamente;
  2. b) sostenere la proposta di legge depositata alla Camera assicurandogli un percorso parlamentare d’urgenza che ne consenta l’approvazione entro e non oltre il mese di settembre.

La Rete dei Comitati degli Esodati continuerà la sua mobilitazione fino a quando non raggiungeremo tale obiettivo ottenendo, prima del prossimo autunno, la chiusura della nostra vertenza.

Vertenza che non è certamente sindacale ma di riconoscimento di un diritto costituzionale del quale siamo stati privati da una delle più inique ed ingiuste manovre finanziarie di questo Stato.

Ringraziamo Francesco Flore per la gentile disponibilità e restiamo anche noi a disposizione dei lettori qualora volessero condividere un loro commento in merito alle ultime dichiarazioni che vi abbiamo riportato, mentre per ricevere i prossimi aggiornamenti sulle pensioni vi ricordiamo di utilizzare la comoda funzione "segui" disponibile in alto, vicinoal titolo dell'articolo.