Arrivano importanti aggiornamenti in merito all'ape volontaria, il nuovo meccanismo di anticipo legato ad un prestito pensionistico che permette l'accesso all'Inps a partire da 63 anni di età e 20 anni di contribuzione. L'opzione si perfeziona tramite l'accensione di un prestito che il lavoratore restituirà con una trattenuta ventennale sulla futura pensione. A partire da oggi la misura vede finalmente arrivare il proprio via libera tramite un annuncio via twitter del Premier Paolo Gentiloni.

APE volontaria: l'annuncio governativo sull'avvio della misura

"Da oggi parte l'APE volontaria, che consente a molti lavoratori over 63 di andare in pensione in anticipo con un prestito a condizioni agevolate". Lo ha affermato il Premier uscente Gentiloni, rimarcando i vantaggi che si aprono con la nuova opzione di prepensionamento. "Più libertà di scelta per le persone, sostenibilità per il sistema pensionistico".

La platea dei potenziali richiedenti raggiunge le 300mila persone nel 2018

La misura era molto attesa, stante che le altre opzioni di flessibilità previste attualmente (APE sociale e Quota 41) prevedevano requisiti stringenti a livello di anzianità contributiva. Al contrario, l'APE volontaria rende disponibile un'opzione già a partire dai 20 anni di versamenti e senza i limiti presenti nelle altre misure per il riconoscimento di particolari condizioni di disagio.

A tal proposito, il Presidente dell'Inps ha spiegato che la platea dei potenziali aderenti per il solo 2018 dovrebbe attestarsi a 300mila unità, mentre per il 2019 dovrebbero aggiungersi altre 115mila richiedenti. In totale, nel prossimo biennio il numero delle pratiche potrebbe quindi superare le 400mila unità. Le proiezioni sono state rese pubbliche dal Presidente Inps Tito Boeri durante la presentazione del simulatore, un programma che l'Inps metterà a disposizione dei lavoratori per ottenere delle stime in merito al futuro importo dell'assegno ed al peso che avrà la rata del prestito.

APE di mercato: le proiezioni disponibili rispetto al costo dell'opzione

Il prezzo che il lavoratore dovrà pagare per la maggiore flessibilità si misura proprio nella decurtazione che sarà praticata sul futuro assegno. Al momento le ultime stime parlano di un Tan di poco inferiore al 3%, mentre complessivamente la misura dovrebbe arrivare a costare fino al 6% (comprendendo anche l'assicurazione sulla vita) nel caso in cui si chieda l'anticipo massimo.

Il costo infatti cresce al numero dei mesi che mancano rispetto alla data ordinaria di pensionamento secondo l'uscita di vecchiaia, considerando che a partire dai 63 anni questi restano compresi in un range che va dalle 43 e le 12 mensilità.

Come da nostra prassi, restiamo a disposizione dei lettori nel caso desiderino aggiungere un nuovo commento nel sito o nella pagina Facebook "Riforma Pensioni e lavoro" in merito alle ultime novità sul comparto previdenziale riportate nell'articolo.